Quest’oggi voglio iniziare chiedendovi di compiere un piccolo esercizio: vi invito a fare idealmente un passo indietro, per guardare la vostra vita, e il mondo in generale, con uno sguardo d’insieme più distaccato, che possa analizzare nel complesso quanto ci troviamo quotidianamente ad affrontare.
Lo trovo un esercizio molto interessante, perché non ci dà solo la misura di chi siamo e delle azioni che compiamo, ma ci fornisce anche l’opportunità di rilevare, e successivamente di analizzare, tutte le differenze che ci sono oggi rispetto alla realtà che caratterizzava il mondo dieci o quindici anni fa.
Si tratta di un aspetto da non sottovalutare: capire come cambiamo noi e come cambia ciò che ci circonda, è di fondamentale importanza per intuire le traiettorie future che potranno essere intraprese.
Il primo aspetto che balza agli occhi è come tutto si stia muovendo ed evolvendo ad un ritmo estremamente elevato: in questo turbinio continuo, possiamo facilmente rilevare come oggi, rispetto ad un passato prossimo, a tutti noi sia richiesto di essere persone, e professionisti, multi-skill.
Basti prendere una professione a caso che veniva già svolta tre o quattro lustri fa, per apprezzare come essere profondamente preparati sulla qualità portante di quel lavoro, oggi, non basti più.
Sono entrati in gioco elementi sempre nuovi, che hanno allargato il quadro universale delle competenze di ciascuno di noi, richiedendoci una formazione continua e costante, nonché l’acquisizione di qualità sempre nuove.
Oggi, nessuno di noi può pensare di muoversi in modo vincente nel mondo del lavoro senza un’adeguata base di competenze comunicative, perché, ad esempio, l’avvento dei social network ci ha esposti a nuovi canali di comunicazione ai quali non possiamo (e non dobbiamo) sottrarci.
Essere in grado di comunicare in modo competente e convincente è fondamentale, così come è fondamentale avere nozioni sempre più avanzate in ambito informatico e tecnologico, requisiti che fino ad una quindicina di anni fa erano richiesti solo in determinati settori.
Ma in un’escalation di nuove qualità richieste o ricercate, ce n’è una che spesso che non viene adeguatamente presa in considerazione, ma che rappresenta un vero e proprio pilastro sul quale poggia gran parte della nostra capacità di essere donne e uomini di successo, nel campo professionale, così come in quello personale: si tratta dell’empatia.
Durante tutti i miei corsi di formazione mi soffermo ampiamente su questa capacità, perché ritengo che essere persone empatiche sia la marcia in più che ci possa davvero permettere di cambiare il passo della nostra esistenza.
Non dimentichiamo mai che le conoscenze formano il bagaglio culturale che ci portiamo dietro ogni giorno, ma è l’empatia che ne determina il nostro modo di saperle utilizzare in modo differente.
Pensando a questo concetto mi tornano in mente alcuni professori che sedevano dietro alle cattedre scolastiche fino a qualche decennio fa: si trattava di persone che spesso avevano un livello culturale davvero elevato, frutto di anni e anni trascorsi nello studio e nella ricerca, ma che oggi vengono ricordati soprattutto per la loro severità e per il distacco nello svolgere il loro compito al quale erano chiamati.
Il flusso di informazioni e di nozioni trasmesse, veniva veicolato senza tenere conto del contesto che caratterizzava ciascun particolare momento, con tutte le sue continue e quotidiane variazioni.
Ed è per questo che, se da un lato molti concetti sono resistiti all’inesorabile scorrere del tempo, dall’altro la sensazione che pervade chi ha vissuto quei tempi è quella di una ruvida durezza sul lato umano.
Solo negli ultimi anni il ruolo dell’insegnante e dell’educatore ha seguito un’evoluzione capace di conformarsi alle nuove ed inedite esigenze del nostro presente, mettendo proprio l’empatia su un piano centrale dal punto di vista personale e formativo, cambiano la percezione del mondo scolastico.
Sì, perché come ritengo fermamente che l’empatia sia un elemento chiave nell’instaurare, e nel coltivare, relazioni interpersonali di successo.
Quando si è in grado di mettersi nei panni degli altri, e di capire le loro sensazioni, si può costruire una relazione basata sulla comprensione, la fiducia e la collaborazione reciproca.
Questi sono tre ingrediente che non possono mancare quando si vogliono edificare rapporti che siano quanto più solidi e duraturi possibili nel tempo.
Le relazioni interpersonali di successo sono spesso caratterizzate da una comunicazione efficace (ed ecco che torna anche l’altra skill della quale nessuno oggi può più fare a meno), e da una solida comprensione reciproca: l’empatia aiuta a migliorare la comunicazione, poiché ci permette di capire meglio i sentimenti e i bisogni degli altri. In questo modo si può creare un ambiente di lavoro o di relazione che possa essere davvero positivo, collaborativo e inclusivo.
Non solo: se tutti coltiviamo adeguatamente l’empatia, da un lato riusciremo a comprendere meglio gli altri, ma dall’altro saremo noi ad essere compresi e accolti quando ci apriremo alle persone che ci sono di fronte.
Come già detto in riferimento ad altre qualità, anche l’empatia non è una dote innata, ma una caratteristica che si può, e si deve, sviluppare attraverso l’adozioni di pratiche costruttive.
Prima tra tutte è l’ascolto attivo: imparare ad ascoltare veramente gli altri, senza interrompere o giudicare, ci aiuta a comprendere meglio il loro punto di vista e le loro emozioni.
Per essere un professionista dell’ascolto attivo, ti suggerisco di porre al tuo interlocutore delle domande mirate, così da mostrare il tuo interesse nei confronti del suo discorso.
Un’altra pratica per sviluppare l’empatia è quella di mettersi nei panni degli altri: cercare di immaginare come ci si possa sentire se si fosse in quella determinata situazione, può aiutare a comprendere meglio le emozioni, nonché a sentirle in modo più profondo.
Si tratta di un esercizio sicuramente più facile se si ha di fronte una persona che racconta un’esperienza che si è già vissuta sulla propria pelle, ma ascoltando attivamente ciò che ci viene detto, qualunque situazione può essere compresa a pieno dal punto di vista emozionale.
Quando parliamo di sviluppare l’empatia, non dimentichiamo mai dello stretto legame che questa ha con la creatività: tutti noi abbiamo provato come la lettura di un libro o la visione di un film possano proiettarci nei panni degli altri, fino a farci comprendere le loro emozioni.
Ma per farlo è necessario che noi per primi acquisiamo l’autoconsapevolezza dei nostri sentimenti, dei nostri pensieri e delle nostre emozioni, perché questo ci aiuterà a comprendere meglio gli altri e a sviluppare la nostra empatia.
Come detto, riservo sempre grande spazio all’empatia durante i miei corsi di formazione, e lo farò anche lunedì 11 novembre, quando a Latina ci sarà un nuovo appuntamento dell’Academy “Comunicazione Vincente”, l’innovativo percorso di formazione che ho studiato personalmente, e che finora ha aiutato centinaia di persone a cambiare la propria vita, sviluppando le proprie qualità e le proprie caratteristiche.
Vieni a regalarti la possibilità di diventare la versione migliore di te stesso.
Scrivimi a [email protected] per avere informazioni o per prenotare la tua partecipazione all’incontro.
Per maggiori informazioni o per prenotare la partecipazione all’Academy, puoi inviare un’email all’indirizzo [email protected]