Passeggiando per la provincia di Latina, vagando con sguardo attento tra le strade e ciò che le circonda, ci si imbatte ormai spesso in un’esibizione ricorrente di particolari disegni, astratti e morfologicamente visionari, fantasiosi, colorati; i quali sembrano infestare come spore le vie della gioventù latinense.
Incorniciati sulle mura esterne di pubs, ristoranti; stampati sui vestiti e indossati dai ragazzi per vantare il proprio ritratto personalizzato; quelli di Rewoz – pseudonimo di Emanuele Porcelli – sono disegni nati da un’incessante e anziana passione, diventati poi con estrema naturalezza un brand (che eredita il medesimo nome) di cui il vociferare si sparge di giorno in giorno; disseminando l’incalzante esigenza di possedere un qualsivoglia disegno, o un proprio ritratto appunto, esclusivo e non replicabile.
Ci fu nel 2017 un primo abbozzo del progetto, dal nome ‘Benjamins’, che inizialmente non includeva disegni – ma solo tag – e che poco dopo, sia per l’inesperienza sia per la concezione ancora acerba di brand, si assopì per qualche anno. Solo nel 2020, dopo esser stato risvegliato, distrutto e concepito di nuovo, raggiunse e conquistò una vera e propria identità, scandita dal tratto marcato e severo delle forme; dai corpi bizzarri e sproporzionati; dallo stile inesplorato e dall’incredibile fedeltà dei volti e dei loro connotati.
La mente, quella di Emanuele nello specifico – ma in generale funziona così per tutti genera pensieri. Alcuni hanno più urgenza di uscire rispetto ad altri, i più impazienti vogliono rivelarsi subito al mondo, essere impressi col nero su fogli bianchi; con i pastelli sulle tele di cotone;
con le Montana 94 sulle mura di vecchi edifici, scuole, nei vicoli nascosti. Insomma, dovunque vi siano vuoti da riempire, in ogni spazio in cui sia annidata l’incuria; o più semplicemente in tutti quei luoghi dove vi sia la possibilità di restituire un po’ di gentilezza. Perché l’arte, in ogni sua forma e declinazione, altro non è che una finestra incantata sul cortile delle cose preziose, dalla quale ti affacci per la sola necessità di scoprire.
Il passaggio che favorì l’andamento rapido e la crescita del brand Rewoz fu senz’altro la condivisione tramite social – Instagram, Facebook – dapprima da parte di chi già conosceva Emanuele e la rivoluzione l’aspettava da tempo; in seguito da chi invece volle farne parte. Perché infondo tutto si riduce a questo: alla voglia di appartenere a un nucleo, di incorporarsi a un ideale; di scegliere la visuale più ampia di cui disporre.
Così sopraggiunsero le prime richieste: quadri e graffiti su commissione, felpe e ritratti, che oggi sono il fulcro centrale del suo lavoro.
Tra questi spiccano senz’altro il ritratto di Chiara Biasi, quello di Sfera Ebbasta e di Pyrex; e la copertina del singolo ‘Fam’ di Zoda.
Ad oggi, dopo aver percorso con passo deciso il viale della realizzazione e dell’approvazione, l’obiettivo primario per Emanuele resta quello di migliorare costantemente: la qualità dei tessuti e dei materiali; il tempo di produzione e di spedizione; la logistica generale, il tutto volto al tempestivo compimento delle numerose e più disparate richieste.
Immaginare che tutto ciò sia avvenuto e avviene tuttora in sotterranea, all’interno di un garage adibito a studio d’arte, ci fa sperare e auspicare il sorgere – intanto per principiare – di una nuova sede apposita; e in futuro di arrivare il più lontano possibile, con l’augurio di accogliere ogni giorno tanti nuovi gattini, in questa grande famiglia.
Di Lucrezia Andreoli