È finalmente arrivato quel tempo dell’anno solare, tanto atteso da tutti noi: il momento delle ferie.
Dopo mesi e mesi di duro lavoro, l’idea di poter godere alcuni giorni di meritato riposo non può che essere un’oasi rigenerante all’interno della nostra quotidianità.
C’è chi addirittura afferma di lavorare duramente durante l’anno per poi riuscire a vivere le vacanze dei propri sogni, per quanta importanza venga riposta e dedicata a questo particolare momento.
Ma non si tratta solo di un tempo tanto atteso e tanto desiderato, ma anche di un intervallo che tutti noi tendiamo fortemente ad idealizzare in attesa del suo arrivo.
Spesso ci capita di pensare, come quando andremo in vacanza ci piacerebbe trascorrere il nostro tempo riposando, praticando i nostri sport preferiti, facendo shopping, mangiando in suggestivi ristoranti di cucina raffinata, o chissà quale altro desiderio.
Altrettanto spesso, però, ci dimentichiamo di un principio fondamentale che non dovrebbe mai abbandonarci, soprattutto durante le nostre ferie: la nostra voglia di migliorarci non va mai in vacanza.
Sembra quasi un ossimoro, perché da sempre l’idea del miglioramento è collegata a quella del lavoro, e il concetto di lavorare è strettamente connesso a quello della fatica e della stanchezza.
In altre parole per migliorare è necessario applicarsi, ma applicarsi richiede un grande dispendio di energie.
Come si può allora pensare di coniugare il miglioramento con il riposo?
Uno spunto di riflessione ce lo fornisce il nostro corpo: dal punto di vista strettamente biologico, il riposo è uno dei momenti nei quali si attiva maggiormente il processo di rigenerazione delle nostre cellule. Che si tratti di sonno notturno, di un pisolino pomeridiano, o semplicemente di un tempo di relax trascorso sotto l’ombrellone, quello che in maniera cosciente viene vissuto come riposo, in realtà all’interno del nostro corpo genera preziosissimi effetti di rigenerazione cellulare.
Per intenderci: la maggior parte del nostro organismo è chiamata a faticare mentre noi abbiamo la sensazione del benessere prodotto dal riposo.
Se, quindi, il corpo riesce a lavorare mentre noi sentiamo che stiamo riposando, alla stessa maniera dovremmo focalizzarci su come le nostre vacanze rappresentino un tempo di grandi opportunità, non solo per quanto riguarda lo svago e il relax, ma anche per ciò che concerne il miglioramento.
Si possono tranquillamente porre sullo stesso piano il miglioramento interiore con la rigenerazione biologica, tanto da non dover in alcun modo allontanare il primo concetto, perché etichettato come faticoso, e quindi diametralmente in contrapposizione con il periodo che stiamo vivendo.
Come si può, dunque, cercare di produrre risultati di miglioramento anche in questo momento di riposo?
Prima di tutto dobbiamo capire che il nostro cervello è un sistema estremamente complesso, che necessita di attività e impulsi differenti tra loro, per poter esprimere il massimo delle sue potenzialità. Vivere in maniera prolungata una stessa sensazione non concorrerà a rafforzarla nella nostra mente, piuttosto a disperderne la preziosità, perché per il nostro cervello diventerà qualcosa di continuo e ordinario.
Riposare e lavorare nello stesso tempo non è un’idea contraddittoria, ma l’esatta ricetta che dovremmo seguire per far sì che, a settembre, non ci ritroveremo con una sensazione di benessere incompiuto dentro di noi, come se il tempo appena trascorso non ci avesse appagato completamente.
Allo stesso modo, il rischio è anche quello di ritrovarci nella situazione di aver compiuto una regressione rispetto alle capacità acquisite nelle settimane prima delle vacanze, mettendo così a rischio tutto il lavoro profuso nel recente passato.
È necessario, pertanto, immaginare noi stessi, e il nostro cervello, proprio come il corpo di uno sportivo di alto livello: questo, anche durante i suoi periodi di vacanza, si troverà a svolgere delle attività che contribuiscano a non disperdere completamente lo stato di forma acquisito nelle settimane precedenti.
Ecco che anche atleti affermati si troveranno durante le loro vacanze a svolgere esercizi aerobici, seppur in forma leggera, che possano permettergli di non perdere gran parte delle capacità atletiche avute fino all’inizio delle ferie.
All’attività della corsa saranno alternati degli esercizi a corpo libero, e delle piccole sessioni tecniche con l’attrezzo che contraddistingue la disciplina disputata, così da mantenere attive tutte le principali aree psico-fisiche chiamate in causa durante lo svolgimento delle attività agonistiche.
Per la nostra mente, e per tutta la nostra sfera interiore, vale lo stesso identico discorso: non si può staccare completamente la spina, perché questo significherebbe interrompere un importante flusso di energia, che ci porta a raggiungere sempre nuovi piccoli traguardi, nella direzione del termine che ci siamo fissati.
Ecco, dunque, che quanto svolto dall’atleta può essere trasposto tranquillamente nella nostra sfera personale, senza che venga messa a repentaglio la nostra possibilità di riposarci.
In che modo?
È molto semplice: per mantenere la nostra mente sempre attiva, dobbiamo alternare attività diverse, che sappiano stimolare aree diverse del nostro cervello.
La prima regola è quella di variare e di non soffermarci continuamente sullo stesso compito: le nostre vacanze potrebbero essere l’occasione, ad esempio, per seguire quel corso online al quale tanto avremmo voluto partecipare nei mesi scorsi, ma che per motivi di tempo ci siamo sempre trovati costretti a rimandare.
Un’altra attività potrebbe essere quella di mettere in pratica le competenze acquisite di recente, ma che sentiamo necessitino di essere affinate attraverso l’esercizio: cementare ciò che abbiamo imparato ma che ancora non abbiamo del tutto assimilato, è fondamentale per far sì che non si vada a perdere a seguito di un prolungato stato di inattività.
Poi c’è la lettura, il classico “passatempo” estivo, che se utilizzato nella maniera corretta, può produrre grandi effetti benefici.
Proviamo a lasciare nelle nostre borse i telefoni cellulari, i tablet e qualsiasi altro dispositivo elettronico, e dedichiamoci alla sana lettura di un testo, che possa essere per noi come fonte d’ispirazione e di arricchimento.
Leggere, infatti, ci dà la possibilità di aprire la nostra mente a dimensioni nuove, a volte addirittura inimmaginabili, con il risultato di stimolarci dal punto di vista mentale, ma anche fisico: non dimentichiamo, infatti, che trascorrere alcune ore con un buon libro in mano genera in noi una sensazione di benessere, che oltre a rigenerare la nostra parte interiore, incide anche nella parte fisica, con la produzione di ormoni che sanno prolungare il nostro tempo di felicità e di energia.
È fondamentale, però, scegliere il libro giusto, perché non sia solo un’attività che riempia le nostre lunghe giornate estive, ma sia anche l’occasione di generare un reale beneficio dentro di noi: cercate, quindi, testi che sappiano ispirarvi, che sappiano proiettarvi al ritorno alla vita quotidiana con idee e stimoli sempre nuovi.
Se volete lavorare su voi stessi e capire come poter sviluppare le diverse aree di cui tutti noi siamo composti, vi invito a leggere il mio ultimo libro, “Come migliorarsi per essere più felici”, edito da Lab DFG: sarà un testo utile a dare un seguito alle emozioni che hai provato leggendo queste righe, e a non disperdere la grande opportunità di rigenerazione interiore che questo tempo che stiamo vivendo ci riserva, e che noi siamo chiamati a non sprecare.