Si dice che, a volte, uno sguardo dica più di mille parole.
Questo accade perché c’è un piano di comunicazione che differisce da quello verbale, sul quale solitamente siamo portati a concentrare la nostra attenzione, ma che può fornire minuziosi e interessanti dettagli sul nostro interlocutore, se siamo in grado di acquisire la capacità di saperne leggere le sfumature: è il linguaggio corporeo.
Sì, il corpo parla, e lo fa attraverso gesti, posture ed espressioni del viso che sono segni e segnali con i quali possiamo interpretare il pensiero e la proiezione di chi c’è di fronte.
E bisogna pensare che il corpo dice tutto, decisamente più di quanto a volte ci venga detto con le parole: sta solo a noi sviluppare le giuste capacità per ascoltarlo correttamente.
Spesso ci troviamo di fronte a qualcuno al quale vorremmo chiedere come sta, se si senta bene, se stia vivendo un particolare stato di eccitazione, coinvolgimento, depressione o freddezza.
Per un qualche motivo non lo facciamo e rimaniamo con il dubbio che la nostra sensazione potesse essere fondata o meno.
Saper decifrare quello che il corpo del nostro interlocutore ci sta comunicando, ci permetterà di andare oltre la dimensione verbale e cogliere i molteplici segnali del linguaggio corporeo.
Una persona eretta e fiera, ad esempio, indica la prontezza e l’impazienza di andare, mentre qualcuno con le spalle accasciate mostra che sta sostenendo un grande peso di su sé.
Chi in disparte a braccia conserte, con la faccia cupa e la testa piegata sul petto, indica un atteggiamento guardingo e sospettoso, mentre chi sta con gli altri, usa gesti aperti e mostra espressioni animate, denota la disponibilità a festeggiare.
Riuscire a leggere il linguaggio del corpo non serve solo a ottenere un vantaggio personale durante il percorso della propria vita, ma anche a stabilire un rapporto empatico con il prossimo. E abbiamo già visto quanto l’empatia sia un elemento fondamentale nei rapporti interpersonali (articolo sull’empatia).
Come spesso accade nella vita, riuscire ad acquisire questa competenza può sembrare più difficile di quanto in realtà non lo sia: con un po’ di esperienza e di attenzione ai dettagli tutti possono riuscire a capire in pochi secondi cosa aspettarsi dal proprio interlocutore.
È importante avere capacità di osservazione e conoscenze di base per leggere il linguaggio del corpo di chi c’è di fronte.
Il primo elemento sul quale dobbiamo lavorare è quello delle micro-espressioni facciali.
A volte alcune persone non vogliono far conoscere realmente il loro stato d’animo, come sta andando davvero la loro vita, e si rifugiano dietro un finto sorriso piuttosto che rivelare la loro infelicità.
Leggere le micro-espressioni è un livello avanzato dell’arte della lettura del corpo, ma chi è mosso dall’ambizione di riuscire a decifrare tutti i segnali che gli arrivano dovrebbe prestarvi assoluta attenzione.
Le micro-espressioni rimangono spesso visibili sul volto del nostro interlocutore solo per una frazione di secondo, e in quel brevissimo lasso di tempo mostrano il vero stato d’animo di chi le manifesta.
Saperle cogliere è un’arte molto difficile, sia perché scompaiono dopo pochi istanti, sia perché si rivelano in punti specifici del volto, come ad esempio la bocca o le sopracciglia, e riuscire a catturarle visivamente non è sempre facile.
Leggere il linguaggio del corpo ci può essere utile sia nella vita quotidiana che nelle situazioni dove non c’è altro modo di comunicare con le persone che ci troviamo a incontrare.
Durante un viaggio, ad esempio, non sempre c’è modo di utilizzare la stessa lingua con le persone che incontriamo e questo può creare notevoli difficoltà: ecco allora che assistiamo a tentativi di comunicazione alternativi, e vediamo le persone gesticolare o ripetere le parole in modo molto lento o a voce molto alta, senza considerare che cambiare il ritmo o il volume di ciò che si sta cercando di dire non aumenterà le possibilità che questo venga compreso da chi non conosce quella lingua.
Sarebbe decisamente più utile concentrarsi sul linguaggio corporeo, perché la mimica e la postura possono essere più efficaci di tanti tentativi verbali.
Quando non si capiscono le parole, il linguaggio del corpo viene in nostro aiuto per comprendere i sentimenti e le intenzioni del nostro interlocutore: tutti conosciamo gesti che sembrano essere segnali dal significato universale, perché conosciuti e interpretati in egual modo in tutto il mondo, ma anche se il linguaggio del corpo è internazionale può accadere, soprattutto all’estero, che un gesto venga interpretato in modo completamente diverso da quello che è il nostro pensiero.
Si può scambiare per negativo un gesto invece positivo. Ti faccio un esempio: in Grecia può capitare che qualcuno tenga il palmo della mano rivolto verso il basso muovendo le dita, e la lettura che gli si può dare è quella dell’invito ad andare via, mentre si tratta di un cenno di richiamo.
Allo stesso modo, si può utilizzare quello che riteniamo un segno positivo in una cultura dove invece ha un’accezione assolutamente opposta. In alcuni Paesi africani il pollice in su, che anche sui social media è stato codificato quale messaggio di consenso, rappresenta un volgare gesto di insulto.
Ma saper leggere il linguaggio del corpo significa anche saperlo utilizzare in tutti quei momenti nei quali non è possibile parlare con chi vorremmo comunicare in quel momento.
Ci sono situazioni nelle quali dobbiamo rimanere in silenzio, o nelle quali parlare sarebbe molto sconveniente, e avere al nostro fianco qualcuno che come noi legge e interpreta il linguaggio del corpo, può aiutarci a comunicare senza essere decifrati, togliendoci così da potenziali situazioni di disagio.
C’è anche un aspetto, molto importante, da tenere in considerazione quando si tratta il tema del linguaggio del corpo, e cioè che noi parliamo con i nostri gesti e le nostre espressioni, anche quando non ce ne rendiamo direttamente conto.
È assolutamente normale che i nostri pensieri e le nostre emozioni si riflettano direttamente nei nostri movimenti e nelle nostre espressioni.
Questo accade ogni qualvolta ci troviamo a vivere situazioni che generano dentro di noi delle sensazioni particolari.
Immagina che qualcuno accanto a te definisca una tua idea la più stupida che abbia mai sentito: queste parole genereranno un sensazione tutt’altro che positiva, e la reazione del nostro corpo passerà attraverso gesti che denoteranno quella tua disapprovazione. Senza rendertene conto, probabilmente alzerai gli occhi al cielo, esprimendo involontariamente il tuo disappunto con un atteggiamento poco cortese, e se il tuo interlocutore lo notasse, resterebbe offeso senza che tu abbia parlato.
Ci sono poi situazioni nelle quali saper leggere il linguaggio del corpo ci aiuta a fugare i dubbi di chi non ha saputo convincerci con le proprie parole. Pensiamo ad esempio quando un familiare o un figlio fanno rientro a casa e tu ti accorgi che qualcosa non va dal modo in cui si muove: se alla nostra richiesta di spiegazioni la persona cercherà di convincerci con una serie di parole che tutto va bene, il suo linguaggio corporeo sarà il mezzo con il quale capire se ciò che ci sta dicendo sia vero o meno.
Negli anni il linguaggio del corpo è diventato un tema centrale della vita dei più grandi manager e delle più importanti star del mondo dello spettacolo, perché saper utilizzare la comunicazione corporea è ritenuta una qualità imprescindibile nella gestione dei rapporti interpersonali.
Di conseguenza, spesso durante i miei corsi mi viene chiesto di aiutarli ad apparire più sicuri, soprattutto in quei momenti nei quali sentono di esserlo meno.
In ciascuno di loro, dal più affermato al più inesperto, risuona una vocina interiore che segnala le varie carenze e la paura atroce di essere giudicata.
Come per tutte le caratteristiche che ci aiutano ad essere persone migliori, e più felici, la sicurezza va accresciuta e coltivata giorno dopo giorno.
Un buon modo per farlo è quello del “come se”, che altro non è ciò che mettono in pratica i bambini mentre giocano, quando fanno finta di essere chi vorrebbero.
Questo è un esercizio molto semplice ma anche molto efficace, che se attuato porterà a sentirti più sicuro di te senza neanche rendertene conto.
La cosa buffa sta nel fatto che non è necessario provare le sensazioni collegate allo stato d’animo che si vuole proiettare, ed è un’ottima cosa per chi magari è dubbioso ma desidera comunicare certezza.
Per lavorare in modo più minuzioso sulla propria sicurezza ci sono poi quattro campi sui quali bisogna concentrarsi, perché rappresentano le aree più rilevanti nell’utilizzo del linguaggio del corpo.
Il primo aspetto è senza dubbio la postura: mantenere una corretta posizione eretta, con la testa dritta sul collo e il torace espanso, aumenterà il nostro senso di sicurezza e fornirà agli altri comunicazioni positive sulla nostra personalità. Avere le spalle chiuse, la testa inclinata in avanti e lo sguardo basso, invece, lascerà intendere tutto l’opposto.
È importante anche mantenere un contatto visivo con il nostro interlocutore, restando sempre ben attenti a non esagerare.
La giusta misura consiste nel guardare negli occhi chi c’è di fronte per il 60% del tempo quando siamo noi a parlare, e per il 70% del tempo quando si è in fase di ascolto.
Avere un contatto visivo troppo prolungato nel tempo può generare un disagio, comunicando un atteggiamento difensivo o addirittura minaccioso.
Bisogna poi lavorare sulle espressioni del volto, perché queste possano risultare vere e cordiali.
Accogliere gli altri con un sorriso sincero è il migliore benvenuto che si possa dare e creerà da subito i migliori presupposti per un dialogo costruttivo.
Al contrario un sorriso finto genererà diffidenza in chi ci osserva, compromettendo l’incontro che si sta vivendo e anche quelli futuri.
L’ultimo elemento sul quale lavorare è quello della gestualità, che deve essere sempre contenuta e misurata.
Essere padroni del modo in cui ci muoviamo è fondamentale, perché significa essere padroni delle nostre emozioni e del nostro spazio.
Per farlo è sempre raccomandabile utilizzare gesti semplici e chiari, perché gesti troppo ampi o accelerati potrebbero comunicare insicurezza o mancanza di controllo.
Una volta che avrai lavorato sulla capacità di leggere il linguaggio del corpo, nonché di utilizzarlo per comunicare con gli altri, rimarrai sorpreso di come la tua vita cambierà e di cosa accadrà attorno a te.
Se vuoi lavorare su te stesso e capire come poter sviluppare le diverse aree da cui tutti noi siamo formate, ti invito a leggere il mio ultimo libro, “Come migliorarsi per essere più felici”, edito da Lab DFG, disponibile su Amazon e su tutte le librerie online, che potrai affrontare come lettura propedeutica alla partecipazione dell’Academy “Comunicazione Vincente“, l’innovativo percorso di formazione che ho studiato per aiutate tutti coloro che vogliono acquisire nuove competenze utili al miglioramento della loro vita.
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