In che modo i videogiochi oggi influenzano le nostre capacità cognitive?
Oggi più che mai i videogiochi hanno preso ampio spazio e tempo nella nostra vita quotidiana, per svago o per lavoro ci coinvolgono sempre di più. Questo sviluppo ha portato il fenomeno del videogioco a creare delle connessioni sempre più forti, sia tra giocatore e videogioco che tra giocatore e giocatore, sviluppando così la competitività tra le persone.
Quando parliamo di capacità cognitive, parliamo di tutte quelle capacità mentali utili per vivere questa esperienza di gioco a livello professionale e altre indispensabili per non farsi trascinare emotivamente e psicologicamente, se è solo un momento di svago; ad esempio: mantenere l’attenzione, saper gestire le emozioni, apprendere linguaggi e meccaniche di gioco, sviluppare la velocità di pensiero, visione di gioco, pensare in modo efficace e ricordarsi le varie tattiche che sono fondamentali per poter mantenere così il focus su quello che è il nostro obiettivo.
“Struttura il tuo successo” è una rubrica realizzata in collaborazione con il Team di Davide Paccassoni.
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Questo tempo che noi dedichiamo ai videogiochi (chi lo vive come un momento ludico o chi come un professionista lo vive come uno sport/eSport) influisce giorno dopo giorno sulle nostre capacità mentali, infatti, durante le sessioni di gaming, queste vengono sviluppate e ce le portiamo dietro anche al di fuori del gioco, poiché la maggior parte delle capacità sopraelencate servono e sono fondamentali per la vita di tutti i giorni.
In questo articolo vorrei soffermarmi più nel dettaglio riguardo a come i videogiochi si stanno spostando verso il concetto di eSport:
Nello stato attuale il mondo dei videogiochi è esploso verso l’eSport che sta prendendo sempre più piede, ma di cosa stiamo parlando?
Prendiamo per esempio un ragazzo che oggi dedica tempo e ore giocando a Fortnite, o FIFA2022 e decide di mettere tutto questo impegno nel farlo diventare una professione, in questo caso parliamo di un videogiocatore che vuole entrare nel mondo dell’eSport.
L’eSport è una branca del videogioco che comprende tutte le attività competitive di quest’ultimo, è l’insieme dei tornei di ogni titolo videoludico che si gioca ogni giorno.
Per fare un breve riassunto, tutto nasce dai tornei di SpaceWar! (1962) con circa 20 giocatori partecipanti, successivamente con Space Invaders il celebre titolo arcade del 1978 racchiuse 10.000 partecipanti e ad oggi il fenomeno è spopolato arrivando ad avere varie competizioni sponsorizzate.
Grazie all’avvento del multiplayer e del gioco online, possiamo dire che si è passati dal diventare il campione del quartiere o della città a essere messo in competizione con il resto del proprio continente grazie all’avvento del multiplayer e del gioco online.
Mentre prima i titoli venivano creati a scopo ludico e di piacere individuale, ad oggi possiamo dire che i videogiochi vengono creati appositamente per svilupparsi attorno a delle competizioni, un esempio tra questi è Valorant (2020).
Questo è certamente dovuto anche al fenomeno di Twitch, piattaforma di streaming acquisita da Amazon, dove migliaia e migliaia di gamer, professionisti e non, condividono le loro performance nei vari titoli eSport quotidianamente con il loro pubblico.
Entrando più nel dettaglio, l’eSport comprende l’uso delle capacità psicofisiche, in modo molto simile agli scacchi se non più intenso, poiché per quanto riguarda l’attività cerebrale, il player, o giocatore, durante l’attività di gaming deve tenere a mente moltissime variabili come:
- Gestione del tempo: molteplici cooldown, ovvero, cioè dei conti alla rovescia, di abilità del personaggio o attività sulla mappa;
- Capacità di riconoscere e studiare gli avversari: conoscere le abilità del personaggio avversario;
- Capacità di gestire emozioni e strumenti di gioco: i gestire situazioni ad alta pressione ed utilizzare quello che il gioco ti mette a disposizione;
- Visione di gioco e rapidità di scelta: prevedere le mosse dell’avversario e muoversi di conseguenza;
Queste sono solo alcune delle variabili che un giocatore eSport tiene a mente e queste, necessariamente, devono confluire tutte in un processo che dura pochi secondi, allo scadere dei quali deve fare una scelta, e deve essere quella che conduce al miglior risultato.
A tal proposito c’è da dire che delle eccessive sessioni di gioco possono essere nocive, sia per quanto riguarda la performance che la godibilità del gioco stesso. Possiamo dire che il multitasking, o meglio, il rapid switching, ossia la rapidità con la quale cambiamo il focus mentale da un oggetto A ad uno B, ci permette di incrementare le nostre abilità di coordinazione e ragionamento come molti studi affermano, ma è anche vero che se sforziamo troppo il nostro corpo con sessioni prolungate andiamo a finire nello stress clinico o burnout.
Possiamo considerare gli eSport dei veri e propri sport?
Questa è una domanda che crea dei veri e propri conflitti nel settore, specialmente se si va a interpellare i vari comitati olimpici delle nazioni di tutto il mondo. Sicuramente possiamo dire che ci sono titoli più sportivi di altri, in quanto consentono delle vere e proprie simulazioni di esperienze di sport tradizionali del tipo:
- Virtual Regatta (simulatore di vela),
- Assetto corsa (simulatore di guida)
- ZWIFT(ciclismo).
C’è da dire che se vogliamo respirare la vera aria eSport, che da decadi infiamma stadi e palazzetti, dobbiamo andare a scomodare i pezzi da novanta, parliamo del videogioco “Counterstrike” che si trova con la pubblicazione del 2012 alla sua terza iterazione, “League of Legends” detentore dei molteplici record di visibilità in streaming e di “DotA2” da sempre con i montepremi più alti della storia dei videogiochi competitivi.
Tornando alla domanda, possiamo quindi definire l’eSport un vero e proprio sport?
Se andiamo su Wikipedia e andiamo a cercare la definizione di sport:“è l’insieme di attività motorie che impegna — a livello agonistico oppure di esercizio — le capacità psicofisiche dell’atleta” la risposta che potremmo dare a questa domanda probabilmente sarà si e allo stesso modo, se alla definizione citata sopra prendiamo la lista dei valori olimpici sui quali uno sport deve essere fondato: fair play, amicizia, lealtà, miglioramento di sé, internazionalismo, molti valori sono sovrapponibili a quello che è l’eSport, in alcuni casi il videogioco competitivo ne esalta alcuni come l’internazionalismo, in quanto già dalla prima partita sei catapultato in ecosistema che ti porta a collaborare con altri giocatori di tutta Europa, potremmo concludere rispondendo, assolutamente si.
L’eSport trasmette emozioni giocandolo e guardandolo.
Possiamo parlare di professionismo, le stesse società di calcio come Empoli FC, UC Sampdoria che sono state delle società pioniere nel settore italiano creando dei team eSport sul titolo di FIFA. Ad avvalorare il discorso della professionalità vi sono dei team come Astralis, Ninjas in Pyjamas, Team Liquid, TeamSoloMid dove chi più chi meno sfrutta le pratiche sportive, attinge dallo sport, e adotta le medesime figure: come allenatore, statistici, fisioterapisti e mental coach.
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Come possiamo aumentare le nostre abilità cognitive e diventare protagonisti del settore?
Ora che abbiamo ben definito la visione dell’eSport, andiamo a capire le differenze e come queste influenzino le metodologie di allenamento. La fondamentale differenza tra un eSport e uno sport tradizionale è la quasi assenza di movimento, questo porta ad infervorarsi più di frequente in quanto non abbiamo una valvola di sfogo fisica.
E’ importante per questo motivo andare a curare bene sia il pre-gara sia il post-gara, in questo il mental coach aiuta nell’arrivare con il mindset giusto sia prima di iniziare a giocare, sia nel momento in cui finiamo una partita, così da recuperare le energie prima di riprendere la sessione e ricominciare al massimo dell’energia la nuova partita.
Per andare a migliorare le nostre abilità e ottimizzare le nostre sessioni, tre sono le cose che possiamo mettere in campo fin da subito:
1- Fare delle pause: dato l’abbassamento della soglia di attenzione dovuto alle varie comodità offerte dalla tecnologia e tutti gli input che riceviamo ogni giorno, oggi più che mai è essenziale fare pause per reintegrare le energie così da mettere la testa nel gioco in ogni partita, per darci performance migliori e sessioni più godibili
2- Trovare i compagni giusti: avere una squadra o anche solo un compagno con cui giocare aumenta il fattore divertimento e il fattore miglioramento se scegliamo un compagno con i nostri stessi obiettivi. Tu potresti essere anche il nemico di te stesso, con il mental coach imparerai a sfruttare tutte le risorse umane a tua disposizione, perché prima di essere videogiocatori, siamo esseri umani.
3- Revisione delle partite: una delle componenti che distingue un professionista da un amatoriale è fare la cosiddetta “vodreview”, quindi registrare la propria partita e rivedere gli errori.
Quest’ultimo punto può essere sfruttato anche come pausa, per tenere comunque la testa sul gioco, ma non “bruciare” energie in modo totalmente attivo, ma andare a migliorare il decision making, ovvero l’abilità di decidere cosa fare in determinate situazioni.
Perché è importante rivedere le proprie partite?
Per l’effetto specchio di cui parla Timothy Gallwey in “Il gioco interiore del tennis”, finchè non andiamo a guardarci in prima persona, non ci renderemo mai conto di quanto sbagliamo un determinato gesto tecnico.
Ci sono vari modi per aiutare il settore, possiamo entrare in questo mondo in vari modi, più o meno diretti, essendo ingegneri del suono e gestire la parte streaming e quindi di distribuzione dell’evento sulle varie piattaforme, o possiamo fare la gavetta e diventare i veri e propri host, o presentatori, dell’evento, se non caster, ovvero il rispettivo dei commentatori nel mondo sportivo.
Una cosa è sicura dell’eSport, ha permesso al giocatore solitario di entrare a far parte di qualcosa di più grande, far parte di un collettivo, a condividere dei valori.
Un giocatore quando si approccia al mondo competitivo deve tenere a mente che come in una palestra, come in un qualsiasi altro sport, serve tempo e la giusta strategia per arrivare all’obiettivo. Qui rientra la figura del mental coach, che è in grado di aiutare il giocatore a individuare i passi fondamentali, impostare una strategia di allenamento mentale ad-hoc per il giocatore e soprattutto l’utilizzo di obiettivi chiari e precisi. Ad oggi un giocatore, se vuole avere successo, deve agire in modo efficiente e scegliere il mental coach professionista, può essere essenziale.
by Lorenzo Giampaolini – eSport Coach
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