Un ignoto grafomane ha imbrattato in questi giorni le mura ciclopiche a San Felice Circeo. Un nostro lettore ci ha inviato su facebook le foto di questa manifestazione d’imbecillità.
La storia delle mura ciclopiche sul promontorio
Attorno all’Acropoli, e su tutto il promontorio del Circeo, sorgono tre cerchie di mura dette “ciclopiche”, divenute il simbolo dell’alone di mistero in cui sono immerse queste terre.
La prima cinta muraria, più piccola, che circonda l’Acropoli, si trova su un pianoro del promontorio e, da un lato, si affaccia su un dirupo che la separa dal centro storico di S. Felice.
La seconda cerchia è un po’ più estesa e si trova più in basso, inglobata nelle fondamenta dell’attuale centro storico del Circeo. Alte circa 6 metri, avevano il compito di rendere inoffensivi gli attacchi provenienti dall’esterno.
La terza cerchia, la più ampia, girava intorno al promontorio.
Sembra che questa cinta muraria, di molto più estesa, racchiudesse l’Acropoli, la seconda cerchia e le altre strutture edificate sulla cresta del promontorio e sparse fino alla località di Torre Paola.
Questa cinta esterna aveva due scopi. Doveva sostenere dei terrapieni, su cui si ricavavano i campi per l’agricoltura.
Scopo principale era tuttavia militare, come primo sbarramento a difesa dell’Acropoli e degli abitanti di Circei.