I sigilli tolti per un errore di trascrizione.
Ci sarebbe un errore di trascrizione alla base del dissequestro de “La Nave”, lo stabilimento vip finito sotto chiave lo scorso 24 ottobre a Sperlonga. Il Gip Giuseppe Cario avrebbe infatti fatto riferimento ad un reato diverso rispetto a quello suggeritogli dal pm Giuseppe Miliano: non il 55 del codice navale ma il 54. Un numero non sfuggito all’occhio attento degli avvocati Vincenzo Macari e Alfredo Zaza D’Ausilio che, ricorrendo al tribunale del Riesame, sono riusciti ad ottenere il dissequestro parziale della struttura. A restare sotto chiave è dunque soltanto una scala che dà accesso all’arenile e che si trova in una zona in cui, senza eccezione alcuna, non è autorizzata la realizzazione di manufatti in cemento. Tolti i sigilli invece alle docce in muratura, al ristorante, al bar e all’ampio cortile. Lazio Tv