Il Parco Nazionale del Circeo, conformemente ai provvedimenti adottati dagli organi che lo gestiscono, ha deciso di tutelare la propria immagine di Ente pubblico, querelando per diffamazione aggravata coloro i quali, strumentalizzando il (sacrosanto) diritto di critica – che l’Ente riconosce ed anzi con questa decisione intende garantire a chi ne usa e non ne abusa – non perdono occasione per affermare notizie false sul tenore del Piano Daini, e non solo, generando confusione nel lettore e disorientando la cittadinanza, che associa indebitamente il Parco ad un mattatoio, ad un lager, a nemico dei daini, e, da ultimo, ma non per ultimo, a luogo in cui si perpetrano chissà quali misfatti, anche di natura penale.
È stato pertanto conferito incarico all’Avv. Prof. Antonello Madeo al fine di depositare querela alla Procura di Latina per diffamazione aggravata nei confronti di quanti – pur essendo perfettamente a conoscenza, ed in ogni aspetto, del Piano Daini – hanno sin qui “sparato a zero” sull’Ente Parco.
Come specificato nella determinazione del Direttore dell’EPNC n.45 del 22/04/2020 “in data 22 gennaio 2020 il Consiglio Direttivo dell’Ente, riunitosi in seduta regolarmente convocata presso la sede di Federparchi a Roma, sottolineava la necessità di agire in autotutela affidando un incarico ad un legale, interpellando anche l’Avvocatura Generale dello Stato, per valutare e quindi procedere al presentare querela in riferimento all’Art 595 del c.p. per i fatti sopra esposti”. Inoltre “si ricorda che con la deliberazione del Consiglio Direttivo dell’Ente n. 7 del 12/02/2020 si esprimeva e si dava formale mandato all’unanimità, al Presidente e al Direttore dell’Ente Parco al fine di accelerare nell’affidamento dell’incarico ad un legale per valutare e quindi procedere nel presentare querela in riferimento all’Art 595 del c.p. per i fatti sopra esposti”.
Non si tratta – è bene ripeterlo – di una censura contro chi legittimamente esercita il diritto di critica, ma al contrario, è un atto a garanzia di chi intende manifestare dissenso circa l’operato del Parco, in maniera però costruttiva e rispettoso di un ente che rappresenta lo Stato italiano ed una missione importante sul territorio.
Non è più tollerabile che qualcuno utilizzi il diritto di critica ed il Piano Daini per creare volontariamente ostilità, per sobillare gli animi di animalisti, ambientalisti o semplici supporters, vanificando l’attività di inclusione e gli sforzi che l’Ente sta faticosamente affrontando da alcuni anni non senza positivi risultati gestionali.
Confidiamo come sempre, e anche questa volta, nell’azione della magistratura inquirente, affinché valuti la rilevanza penale dei numerosi post pubblicati negli ultimi mesi sull’argomento Daini, e non solo, alcuni gravissimi, perché avanzano addirittura ipotesi di reato specifiche a carico del Parco e dei suoi Organi.