“Mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso. E se non dovessi tornare, vorrei che il messaggio che arrivasse a mio figlio fosse questo: non fermarti, non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un’idea e vale la pena farlo”. Daniele Nardi, alpinista pontino disperso insieme al collega Tom Ballard da una settimana sul Nanga Parbat, rispondeva così, nella sua ultima intervista, rilasciata a ‘Le Iene’ il 14 dicembre 2018, alla domanda ‘come vorresti essere ricordato se non dovessi tornare’
‘Non sto provando a suicidarmi’, dice ancora Nardi rispondendo alle domande, “io cerco la vita, però sotto certi punti di vista un po’ folle lo sono”. Perché “vado a cercare di aprire una via nuova in inverno su una montagna di 8mila metri – aggiunge -. Passerò da una parte dove non è mai passato nessuno e lo farò d’inverno perché è la condizione più difficile”.
“Io l’ho scalata d’estate nel 2008 – racconta – ci ho provato quattro volte in inverno ma non mi è mai riuscito, questa è la quinta insomma spero che cose vadano bene”. Alla domanda sul perché una persona debba fare una cosa del genere, Nardi risponde: “Questo per me fa parte di una promessa che mi sono fatto da bambino, quando ho deciso di fare l’alpinista: ho scelto di lasciare un segno sulla storia dell’alpinismo, per farlo dovevo fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima”.
Nardi spiega che il Nanga Parbat “è una montagna che è conosciuta come una montagna assassina, uno su quattro degli scalatori che raggiungeva la vetta non tornava a casa”, tra chi ha percorso la via più facile. Nardi ha scelto di passare per lo Sperone Mammeri perché “è la via più diretta alla vetta” dice, la più elegante, la più bella ma anche la più pericolosa”. E “ho scelto quella perché quando vedi la montagna da quella valle è a forma di imbuto”, spiega: “E’ una super diretta alla vetta del Nanga Parbat, in salita non l’ha mai scalata nessuno”. E ricorda: “Ci fu una discesa nel 1970 di Reinhold e Ghunter Messner quando purtroppo il fratello di Messner morì”.
Intanto, gli elicotteri dell’Aviazione pakistana con a bordo Alex Txikon e il suo team sono decollati e sono in volo per raggiungere, tempo permettendo, il campo base del Nanga Parbat dove riprenderanno le ricerche di Nardi e Ballard. E’ l’aggiornamento che arriva dallo staff dell’italiano. Il decollo è stato effettuato non appena le nubi sulla Astor Valley hanno accennato a volersi alzare, consentendo ai piloti di avere una sufficiente visibilità. Faranno tappa a Jaglot per prelevare Ramat Ullah Baig e, valutato il meteo, proseguire nel volo.