Stop alle ricerche. Ecco il doloroso post dello staff di Daniele Nardi. Lo si attendeva ed ecco l’epilogo di questi strazianti giorni sul Nanga Parbat.
“Siamo affranti dal dolore; vi comunichiamo che le ricerche di Daniele e Tom sono concluse. Una parte di loro rimarrà per sempre al Nanga Parbat.
Il dolore è forte; davanti a fatti oggettivi e, dopo aver fatto tutto il possibile per le ricerche, dobbiamo accettare l’accaduto.
Ringraziamo Alex, Ali, Rahmat e tutta la squadra di soccorso, le autorità pakistane e italiane, i giornalisti, gli sponsor, tutti gli amici che hanno dimostrato tanta collaborazione e generosità.
La famiglia ricorda Tom come competente e coraggioso amico di Daniele. A lui va il nostro pensiero.
Daniele rimarrà un marito, un padre, un figlio, un fratello e un amico perso per un ideale che, fin dall’inizio, abbiamo accettato, rispettato e condiviso. Ci piace ricordarti come sei veramente: amante della vita e delle avventure, scrupoloso, coraggioso, leale, attento ai dettagli e sempre presente nei momenti di bisogno.
Ma soprattutto ci piace ricordarti con le tue parole: “mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo: non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un’idea…vale la pena farlo.”
Ora la spedizione è stata chiusa. Forse un giorno, durante la stagione estiva, qualcuno proverà a recuperare i corpi dei due alpinisti, individuati a 5.900 metri di altezza su una via impossibile, mai da nessuno percorsa in salita. Una sola volta, nel giugno del 1970, venne affrontata in discesa dai fratelli Reinhold e Guenther Messner, che avevano sbagliato via. Finì tragicamente, anche allora: Guenther morì e i suoi resti furono trovati trent’anni dopo nel punto che il fratello aveva sempre indicato.
Daniele Nardi, 42 anni, nato a Sezze, lascia la moglie Daniela e il piccolo Mattia, di sei mesi. L’alpinista setino aveva già scalato cinque Ottomila del Pianeta, tra questi Everest e K2 (primo italiano nato al di sotto del Po ad esserci riuscito) . Sul suo sito, in preparazione dell’ultima spedizione, aveva scritto: “Cosa spinge un individuo a patire freddo, disagi, intemperie, fatiche inumane? Tre anni dedicati a un progetto visionario: le invernali al Nanga Parbat. Una sfida al limite del possibile, che porterà la spedizione a dover scegliere tra la vetta e la vita in un susseguirsi di colpi di scena e in uno scenario montano tra i più belli del mondo”.
La vicenda di Nardi e Ballard ha commosso e tenuto con il fiato sospeso il popolo della rete. Lo stesso popolo che, in questi minuti, sta riempendo la pagina social dell’alpinista italiano con messaggi di cordoglio e dolore. “Ti immagino impegnato ancora con Ballard a scalare il Mummery e a sostenere chi arriverà a farlo dopo di voi. Per sempre custodi di quella montagna, per sempre simbolo di volontà, determinazione e Sogno” recita uno dei messaggi più toccanti.
Il cordoglio dell’Amministrazione comunale di Latina
“L’Amministrazione comunale di Latina apprende con dolore la notizia della sospensione delle ricerche degli alpinisti Daniele Nardi e Tom Ballard, dispersi dal 24 febbraio scorso sul Nanga Parbat, in Pakistan.
In questo momento così difficile per la famiglia dell’alpinista setino ci stringiamo tutti idealmente attorno ai suoi cari. Daniele è stato un uomo coraggioso che ha inseguito un sogno e che non si è mai arreso. Così lo ricorderemo insieme a tutta la comunità di Latina.”