Il Dpcm introdotto questa settimana e le parole del premier Conte hanno garantito ai cittadini l’acquisto di mascherine anti Covid-19 per una cifra che si aggira intorno ai 50 centesimi. Tuttavia, tra le innumerevoli task force istituite, nessuno a Palazzo Chigi sembra essersi occupato di stabilire un accordo con i farmacisti e con i rivenditori di mascherine in genere.
Già, perché nella giornata di ieri sono state numerose le proteste degli esercenti pontini e alcuni hanno perfino sospeso la vendita delle suddette. Il motivo? Semplice, hanno saputo in diretta social, di domenica sera, che il Governo ha stabilito un prezzo che non si può superare. Circa 50 centesimi.
Così, i farmacisti non hanno aspettato una nuova diretta per avere chiarimenti e si sono immediatamente mobilitati. Come? In molti casi sospendendo le vendite in attesa di chiarimenti. “Devono metterci in condizioni di non vendere in rimessa. 0,50 era il prezzo delle mascherine prima della crisi. Ora i magazzini le rivendono praticamente al doppio“ spiegano i farmacisti di mezza Italia.
La discussione sembra però esser stata chiarita e Arcuri, anche se in ritardo, rassicura gli esercenti. Insomma, va tutto bene, i farmacisti non saranno penalizzati. Si sono dimenticati di avverterli, ma la situazione era sotto controllo, nessun motivo di arrabbiati. Le mascherine pagate più di 50 centesimi dalle farmacie verranno vendute comunque a 50 centesimi, ma gli esercizi avranno un rimborso pari alla differenza tra i soldi versati e la rivendita.