“Emergenza ambientale: il censimento dell’ ONA mostra la preoccupante situazione che affligge il territorio pontino. Centinaia i morti dovuti ai materiali killer.”
Arrivano dall’ Osservatorio Nazionale sull’ Amianto i dati relativi ai decessi avvenuti nella provincia di Latina per patologie correlate ad amianto, nucleare e rifiuti.
L’arco temporale preso in esame dalla ONLUS è riferito al periodo che va da dal 2000 al 2018: ben 600 sono le vittime del malsano ambiente che circonda il territorio pontino, con una media poco superiore a 30 decessi ogni anno.
Le città più colpite dai casi di mesotelioma – secondo quanto rilevato dal presidente dell’Associazione – fino a tutto il 2018, sono Latina con 30 casi; Gaeta con 25 casi; Aprilia con 20 casi; Sezze con 10 casi; Formia con 15 casi.
L’ ONA ha censito, infatti, per la provincia di Latina, circa 150 casi di mesotelioma, con un trend in netto aumento, rispetto ai circa 100 casi censiti dal Dipartimento di Prevenzione per il periodo dal 2000 fino all’ anno 2014.
L’indice di mortalità e morbilità tumorale nell’ area del nord pontino, come affermato durante la conferenza promossa dall’Ente stesso lo scorso 13 Aprile, è tra i più alti d’Italia!
Numeri che fanno rabbrividire se si pensa che la produzione di asbesto, detto anche amianto, ha sempre superato i 2 milioni di tonnellate e che, non solo nella nostra provincia, ma in tutta Italia, ci sono ancora più di 40.000.000 di tonnellate di materiale in circolazione.
I micro siti contaminati sono circa un 1.000.000, di cui quelli più rilevanti almeno 50.000, tra cui scuole, biblioteche e centri studio, ospedali e tubature di acqua potabile. Un serio rischio per la nostra salute che viene corso, inconsapevolmente, ogni giorno e in ogni momento della giornata.
La maggior parte degli ambienti che quotidianamente frequentiamo, infatti, sono, almeno in piccola percentuale, composti da amianto. Questo materiale letale per la salute, tra le altre patologie, può provocare: mesotelioma, tumore dei polmoni, della laringe, dell’ovaio, della faringe, stomaco e colon; infiammazioni del polmone o complicazioni cardiocircolatorie e cardiovascolari.
Non solo, nella nostra provincia c’è un altro silente killer che attenta ogni giorno al nostro benessere : è la dimenticata centrale nucleare di Borgo Sabotino (LT) che dal 1962 (anno in cui è stata attivata) ha iniziato il suo inesorabile lavoro di avvelenamento ambientale.
Operativa fino al 1987, quando è iniziato il processo di smantellamento dello stabile, la centrale è, seppur teoricamente inattiva, tutt’oggi presente sul territorio di Latina.
In realtà , è ancora notevole la quantità di rifiuti che essa contiene, “ancora a fine 2017 il volume dei rifiuti radioattivi, presenti nel sito di Latina, era pari a 1739 m3, dei quali 887 definiti ad ‘attività molto bassa’, 821 a ‘bassa attività ’ e 31 a ‘media attività ’ “.
Infine, l’emergenza ambientale fa i conti anche con la discarica di rifiuti tossici scoperta nel 2017 nei pressi del territorio pontino e con l’ingente quantità di immondizia smaltita impropriamente, che inquina selvaggiamente i nostri terreni: ulteriore fattore di incidenza nelle malattie dovute ai 3 suddetti killer.
Una situazione preoccupante che si tenta di nascondere dietro agli ingannevoli vantaggi che vengono di tanto in tanto riconosciuti al territorio: gli influssi benefici del mare e un clima tra i migliori d’Italia, con bassissime soglie di inquinamento ecologico sono solo belle favole raccontate da quanti hanno interesse a proteggere la reputazione della propria terra!