“Abbiamo appreso con grande sorpresa la decisione del commissario prefettizio Nardone di non inserire all’interno del bilancio comunale 2010 l’acquisizione dell’Ex stabile dell’Enel dove opera ormai da anni la nostra associazione.” Comprendiamo le ragioni che hanno portato Nardone a questa decisione visto il dissesto economico in cui si trova il Comune di Latina ma ciò che davvero non capiamo è come sia stato possibile ignorare il nostro progetto che ci vede impegnati nel sociale della nostra città da quattro anni. Il commissario motiva la decisione con queste parole: «Abbiamo voluto privilegiare gli investimenti nella cultura, nell’istruzione e nel sociale», forse prima di prendere questo provvedimento non era a conoscenza delle attività sociali portate avanti da Casapound. Caro Commissario la vogliamo mettere a conoscenza che la nostra associazione di Promozione sociale ha dato un tetto a più di 50 persone in emergenza abitativa molte delle quali segnalate dai servizi sociali del Comune e che ancora risiedono nella struttura. Ospita da oltre due anni il gruppo soccorso pontino della Protezione civile, ha riqualificato un palazzo in pieno centro cittadino abbandonato da oltre 10 anni e divenuto luogo di spaccio e degrado. Abbiamo creato al suo interno una biblioteca, una libreria, una palestra popolare, una sala conferenze, una postazione internet gratuita un luogo di aggregazione giovanile a tutti gli effetti. Casapound ha organizzato concerti, feste ed eventi culturali aperti a tutto il quartiere, raccolte giocattoli per i bambini di pediatria dell’ospedale Santa Maria Goretti e per le case famiglia della Provincia di Latina. E’ stata la prima associazione della città a far arrivare beni di prima necessità alle popolazioni terremotate d’Abruzzo. Tutto questo senza mai chiedere un centesimo. Non crede che questo sia sociale? Non crede che questa sua decisione possa mettere in pericolo quanto di positivo è stato fatto e ancora si potrebbe fare?
La nostra richiesta non è quella di un acquisto dell’immobile per soddisfare le nostre esigenze personali bensi la possibilità di creare una struttura che possa accogliere cittadini italiani in emergenza abitativa grazie anche al sostegno delle istituzioni.”