Riceviamo dal coordinamento Pdl Gaeta:
Si sono appena chiuse le urne elettorali che già è cominciata la bagarre nel Comune di Gaeta. La batosta elettorale del centrosinistra fa accelerare i tempi al sindaco Raimondi la cui maggioranza si regge su un filo ormai sottile.
Se si spezza sarà costretto ad andare a casa. E allora, come fare per restare a galla? La risposta per Raimondi è semplice: procedere ad un ulteriore rimpasto di giunta per fare spazio a chi scalpita e che potrebbe compromettere il prosieguo della consiliatura. Ma per fare il rimpasto bisogna mandare a casa almeno un assessore, cosa che è già stata sperimentata con gli assessori Cavalieri, Cicconardi e Reale i quali furono invitati dal sindaco a rassegnare le dimissioni, non importa se per motivi professionali o altro. L’interessante era che le dimissioni rassegnate direttamente dall’assessore salvavano la faccia sia all’assessore – che vuole evitare il ritiro della delega, quindi l’onta della sfiducia del sindaco – sia al sindaco che si limita a prendere atto della volontà (?) del dimissionario, o meglio del dimissionato.
I deludenti risultati conseguiti dal Pd che ha fatto registrare l’elezione di Claudio Moscardelli sono uno stimolo per il sindaco a rimanere in sella. Il candidato Domenico Di Resta, consigliere regionale uscente, sostenuto dal presidente del Consiglio comunale Pasquale Magliuzzi, dal sindaco Raimondi e dal movimento Progressista che presiede, è stato bocciato: la maggioranza raimondino-progressista è riuscita a portargli solo 601 preferenze, a fronte delle 755 preferenze conseguite dal vincente Claudio Moscardelli che ha come riferimento in consiglio comunale Pina Rosato. Quindi la maggioranza ex civica targata Pd è orfana del suo consigliere di riferimento. Bisogna porre rimedio al più presto e dare l’idea che qualcosa si vuole cambiare. E allora, si cambi per accontentare un gruppo di consiglieri della maggioranza che reclama a gran voce – si sussurra nei corridoi comunali – la presenza di un loro assessore: si sta per aprire la strada ad un uomo del Pd: pare si tratti di Salvatore Ferro.
Per fare spazio al nuovo assessore bisogna però che qualcuno si dimetta. Detto fatto. Pare che proprio questa mattina l’assessore Antonella Avitabile abbia presentato le dimissioni, rimettendo nelle mani del sindaco la delega all’Urbanistica. Qualcuno potrebbe pensare che l’assessore sia stanca di dover fronteggiare le molteplici problematiche su cui non esiste un indirizzo univoco da parte della maggioranza sfilacciata. Sono quasi tre anni ormai che si parla di Prusst in località Sant’Agostino, della riqualificazione dell’area dell’ex vetreria, della cittadella dello sport in località Vindicio. Chiacchiere. Difatti, ci si chiede: come può l’Amministrazione gestire e governare con l’esigua e ormai riluttante maggioranza su temi così importanti se non riesce a gestire neanche le piccole cose?
Un esempio. L’Amministrazione non appare in grado di tutelare la salute dei cittadini consentendo ad operatori di telefonia mobile di installare un’antenna malamente camuffata da cipresso che è un vero e obbrobrio ed un’offesa alla natura e all’ambiente; questo finto e brutto cipresso svetta sulla collinetta ben visibile dall’inizio della via Flacca, in località Calegna. Chissà quanti giudizi negativi si e quanti improperi risuonano gli abitacoli degli autoveicoli che si imbattono in questo orrendo spettacolo! È così che si tutela la salute dei cittadini? È così che si vuole fare turismo? È così che si rispetta l’ambiente? Anziché parlare di nucleare e di riunire i sindaci intorno ad un tavolo «no nuke», il sindaco si faccia carico di risolvere i problemi contingenti di propria competenza che toccano da vicino i suoi cittadini. Sul nucleare i sindaci non hanno potere decisionale. Decida invece bene sulle scelte più opportune per favorire, secondo il suo vecchio e ormai logoro slogan, «uno sviluppo uguale per tutti».
Dunque, i tempi stringono. Raimondi ha bisogno di dare un segnale forte alla Sinistra. Si rassegni l’assessore Avitabile. Bisogna sacrificarsi per una causa più grande: le sue dimissioni porteranno un’ulteriore boccata di ossigeno all’ormai logora amministrazione.
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