Fabrizo Cirilli: “I primi nodi del dopo Zaccheo cominciano a venire al pettine.”
Nessuna polemica sterile, ma la decisione del sub commissario di mettere in liquidazione la Fondazione Teatro deve farci riflettere per cercare di capire cosa è accaduto in questi anni nel merito dell’amministrazione della nostra città e quindi per poter ripartire nella costruzione di un futuro diverso”.
Questo il commento dell’ex capogruppo della Lista Progetto per Latina Fabio Cirilli, in seguito alla notizia della messa in liquidazione della Fondazione teatro voluta dal sub commissario Alicandro.
Una questione che per anni era stata denunciata dai cirilliani, che in un incontro proprio con il commissario Nardone avevano sottolineato la necessità di affrontare la questione legata allo spreco di denaro pubblico legato alla gestione della Fondazione. Segnalazione presto tempo accolta con la messa in liquidazione. “Al di là delle polemiche legate alla sfiducia al sindaco – dichiara Fabio Cirilli – , rispetto alle quali non spetta a noi esprimere giudizi o entrare nel merito in considerazione del fatto che si tratta di una questione che attiene esclusivamente al dibattito politico interno al Pdl, registriamo un fatto inequivocabile in questa prima fase del “dopo Zaccheo”, e cioè che i primi nodi cominciano a venire al pettine. Apprendiamo dalla stampa locale che il sub-commissario Alicandro ha stabilito ieri di mettere in liquidazione la Fondazione teatro di Latina. Da sempre, noi di “Progetto per Latina” abbiamo denunciato in Consiglio Comunale e al’interno delle Commissioni il fatto che la Fondazione Teatro non avrebbe dovuto rappresentare una mera proiezione del solo Comune.
L’anomalia, che vedeva il Comune come unico associato, significava ridurre la Fondazione ad essere di fatto uno strumento per il Comune stesso utilizzato per aggirare tutta la normativa sugli appalti o sulle assunzioni di personale a chiamata diretta. Di fatto, facendo figurare un soggetto “privato”, il Comune non è mai stato in obbligo di fornire tutte le garanzie che invece per legge deve garantire un ente pubblico. In pratica, poiché i soldi che venivano messi nel “calderone” della Fondazione teatro erano per la maggior parte finanziati dal Comune, eccetto qualche minima donazione fornita da soggetti terzi, quello che abbiamo sempre chiesto era solo che il Comune rispettasse tutte le regole che sono necessarie per spendere i soldi pubblici. La questione in oggetto l’abbiamo denunciata al commissario prefettizio Nardone in occasione dell’incontro tenuto dallo stesso con i Capigruppo qualche giorno dopo la sua nomina, chiedendogli a viva voce di andare ad indagare ed approfondire sull’operato della Fondazione. Oggi la notizia che la Fondazione teatro sarà messa in liquidazione – conclude Cirilli – , ci spinge a dire che uno dei primi nodi, legati ad un modo clientelare e poco corretto dell’utilizzo dei soldi della gente, sta venendo al pettine. Questa considerazione deve farci riflettere, non tanto ai fini della sterile polemica della quale poco ci interessa, ma soprattutto per cercare di capire cosa è accaduto al fine di costruire un futuro diverso per la nostra città”.