Fabrizio Cirilli interviene sul progetto per la ristrutturazione del mercato annonario di Latina.
“Leggiamo questa mattina a pagina 4 di Latina Oggi la questione legata al progetto per la ristrutturazione del mercato annonario di Latina che si è arenato, secondo l’articolo, anche a causa della caduta di Zaccheo e della gestione del comune da parte del commissario Nardone.
Ci sembra opportuno e doveroso però fare una osservazione perchè secondo noi alla notizia manca un passaggio fondamentale ed una riflessione che possono sembrare poca cosa ma che sono fondamentali per costruire un futuro diverso per la nostra città, rispetto a quelle che sono state le esperienze amministrative passate e cioè che la questione dei lavori al mercato annonario va avanti da anni e si è incagliata tra progetti di finanza, approvazioni in consiglio comunale e adozioni di varianti urbanistiche. Nel mezzo di questa attesa sono state fatte campagne elettorali e sono stati chiesti voti ai cittadini ed agli operatori del settore, senza però passare dalle promesse ai fatti.
Sulla struttura che chiede interventi immediati anche dal punto di vista sanitario gravano due fattori. Il primo è quello rappresentato dagli operatori che chiedono da anni che il mercato sia adeguato all’esigenza dei cittadini anche dal punto di vista di una riorganizzazione degli spazi oltre che dei servizi. Dall’altra c’è stata la scelta dell’amministrazione comunale di Latina di trasformare l’area in un piccolo centro commerciale. Su questo ultimo passaggio, dopo che inspiegabilmente il Comune di Latina aveva richiesto un mutuo che gli era stato concesso per la ristrutturazione del mercato ma che poi è stato utilizzato per altri fini, esiste un progetto di finanza approvato con delibera di giunta nel 2005 per un importo di circa 7 milioni di euro, a cui è regolarmente seguito un bando di gare per l’affidamento dei lavori che si è aggiudicato la società la società Afa 3 già nel 2006, tuttavia, nel 2009 ancora era tutto bloccato per la mancanza della variante urbanistica che era necessaria ai lavori. Al di là delle difficoltà e delle lentezze burocratiche, anche dopo l’approvazione di tale variante urbanistica (avvenuta del maggio 2009) non si è proceduto all’apertura dei cantieri.
Alla luce di tutto ciò, ci sembra piuttosto riduttivo ora dire che il progetto di ristrutturazione si è bloccato a causa delle vicende politiche del nostro comune di questi ultimi mesi, quando la riqualificazione di quell’area a rappresentato un cavallo di battaglia delle precedenti amministrazioni comunali per circa dieci anni. Queste sono considerazioni e riflessioni, che seppur non forniscono una soluzione immediata al problema ci appaiono fondamentali per far si che cambi il modo di approcciare ai problemi nella nostra città, altrimenti non possiamo augurarci un futuro diverso dal passato e dal presente e riteniamo che chiunque comprenda l’importanza di questo ragionamento abbia la responsabilità nei prossimi mesi di collaborare a divulgarlo. L’ultima considerazione è legata, sempre da come evidenziato dal succitato articolo, dal motivo per il quale il privato aggiudicatario del progetto di finanza avrebbe fatto un passo indietro, e quindi non facendo partire i lavori a causa della mancanza di “garanzie politiche”. Ma che cosa significa “garanzia politica”? che valore ha questa parola abbinata ad un contratto di project financing, che è un contratto pubblico? Qualcuno dia una spiegazione a questa domanda altrimenti l’interpretazione di tale abbinamento potrebbe anche lasciare intendere ad un illecito! Altro che responsabilità del commissario…”