Nel Lazio le organizzazioni criminali dispongono di liquidità tra i 615 mln e 1,1 miliardi di euro.
Cala il credito alle imprese, crescono i fallimenti, aumenta la liquidita’ della criminalita’ organizzata: secondo le stime di Transcrime, i ricavi di traffico di droga, prostituzione, contraffazione, armi, gioco d’azzardo, rifiuti, usura ed estorsioni sono valutabili tra 614 milioni e 1,1 miliardi di euro. Sono alcuni dei dati relativi al Lazio contenuti in un dossier curato dagli studenti della Luiss e presentato stamane dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, dal vicepresidente di Confindustria per l’Education Ivanhoe Lo Bello, dal direttore generale di Confindustria Marcella Panucci e dall’ex ministro della Giustizia Paola Severino. Il rapporto “Il Pil delle mafie. Il nuovo ordine criminale del Lazio e la guerra silenziosa del 416bis” e’ curato dall’Osservatorio dell’ateneo, che presenta rapporti periodici sulle specifiche realta’ territoriali delle regioni italiane, mettendo a fuoco le zone ibride e di contatto tra legalita’ e illegalita’. L’obiettivo del Rapporto 2013 e’ tenere alto il livello di attenzione sul territorio del Lazio, illustrando come la criminalita’ organizzata si sia infiltrata e abbia messo radici in zone come Ostia e nella provincia di Latina, dove spicca il caso di Fondi. Premessa essenziale per comprendere la leva che da’ impulso al potere economico delle mafie e’ l’inaridimento del tessuto economico della regione, dovuto alla crisi economica: nella prima parte del 2013 le banche hanno ridotto i finanziamenti alle imprese del 10%, rispetto all’anno precedente; nel solo Lazio, nei primi dieci mesi dello stesso anno i fallimenti delle aziende sono aumentati del 15%. A fronte di questo stato di cose, la criminalita’ organizzata dispone di una massa sempre maggiore di liquidita’, pronta ad essere investita. “Per dare una sensazione della realta’ delle cose – ha premesso il procuratore Pignatone – fermo restando che a Roma ci sono molte altre emergenze oltre alla mafia, c’e’ pero’ anche il problema mafia che va affrontato con la legge, col 416bis e con le confische dei beni”. “La presenza mafiosa non riguarda solo il sud del paese, il rapporto fa emergere la presenza mafiosa in tutte le regioni.
Nel nord c’e’ la presenza della ‘ndrangheta per il traffico di droga, nel Lazio la presenza mafiosa e’ capillare ad Ostia, Fondi, Latina. Le mafie si concentrano nelle zone dove c’e’ maggiore ricchezza”, ha spiegato il vice presidente di Confindustria Lo Bello. “La crisi economica e’ un elemento che rafforza la criminalita’ organizzata – ha detto Paola Severino nel corso del suo intervento – il sequestro e la confisca rappresentano i piu’ grandi mezzi di lotta alla mafia. Uno dei mezzi piu’ efficaci e’ la sanzione sociale, l’allontanamento dei fenomeni di mafia e camorra. Il ‘no pizzo’ e’ diventato frequente anche a Napoli, una forza sociale per contrastare il fenomeno criminoso, fatta da piccole persone che insieme producono una gran forza dicendo ‘no'”. Secondo l’ex guardasigilli, occorre iniziare nelle scuole elementari: “educazione e prevenzione possono essere la chiave per creare una cultura antimafia”.