Sara Bosco è morta, lasciata marcire su una barella in un padiglione dismesso dell’ospedale Forlanini di Roma
Dai primi riscontri la situazione risulta drammatica, la 16enne in passato ha palesato in più occasioni l’intenzione a togliersi la vita, anche attraverso sms. Una famiglia difficile, una madre tossicodipendente, che l’ha porta sulla stessa strada. Proprio in queste ore la madre è stata sotto posta ad un interrogatorio di 5 ore, per valutare possibili coinvolgimenti.
La Procura di Roma procede per il reato di istigazione o aiuto al suicidio: gli inquirenti puntano ad individuare il colpevole, di aver ceduto alla minorenne la droga. La polizia ipotizza il decesso per overdose da eroina, ma è ancora presto prima di escludere ogni pista, l’autopsia farà luce sulle reali cause del decesso. Forlanini, è da tempo un rifugio soprattutto per i tossici, diventato luogo abituale anche per la ragazzina. Sara Bosco, dalla sua breve esperienza di vita emerge solo degrado e solitudine, a causa della sua dipendenza dall’eroina. In un anno era scappata di casa almeno 6 o 7 volte.
Spesso si allontanava per un paio di giorni e poi ritornava nella sua abitazione di Santa Severa dove viveva con la famiglia. L’ultima fuga, a metà gennaio, è stata più lunga, 15 giorni di pena per la famiglia, Sara è stata ritrovata a Roma dai carabinieri. I Carabinieri della stazione di Santa Severa, dopo aver verificato le condizioni in cui viveva, avevano chiesto e ottenuto dal Tribunale dei minori che fosse affidata a una casa famiglia per allontanarla da ciò che la faceva scappare ogni volta, per iniziare un percorso di recupero.
Ancora, non si è capito a fondo le reali cause della sua auto-distruzione, famiglia, ambiente o forse tanta solitudine che non riusciva a colmare.