Il Coordinamento Organizzato 9 dicembre ha occupato questa notte la “Romana macinazione”, storico mulino romano inventore della “rosetta”, la cui forma è ispirata alla cupola di San Pietro.
Lo Stato infatti a causa del capitalismo sfrenato che ha reso ancor più conveniente l’importazione di farine da paesi extra-continentali, ha ridotto al minimo il lavoro della romana macinazione fino a decretarne la chiusura. Si tratta di una realtà principali dell’economia laziale, almeno fino a qualche decennio fa la Romana Macinazione era considerata “infallibile” fin nei primi anni 2000. Nel 2011 invece è caduta la scure della crisi anche su questo importante mulino che ha prodotto oltre diecimila quintali di pane al giorno. Il drastico crollo del lavoro ha costretto i lavoratori alla cassa-integrazione e poi alla chiusura. Per la gente che ha lavorato nello storico mulino non c’è più nessuna certezza, nessun futuro.
Ciò non ha fatto che alimentare la rabbia dei cittadini che si sono organizzati sotto la bandiera italiana. È solo e soltanto per questo che il coordinamento 9 dicembre ha deciso di occuparla. Il pane infatti è il simbolo della vita di un popolo. Costituisce un fattore culturale peculiare di una determinata nazione. La Romana Macinazione, fondata i primi del novecento, è stato uno dei più importanti mulini della capitale. L’assoluta indifferenza con cui lo Stato ha lasciato morire la fabbrica, ha scatenato la rabbia dei cittadini del Coordinamento 9 dicembre che, questa notte, ha deciso di occuparla. Al popolo italiano è proprio il pane che manca, sempre più famiglie non arrivano a fine mese e proclami da parte del governo non sono altro che una sorta di specchietto per le allodole, ma il tempo è galantuomo e prima o poi toglierà questo velo della menzogna dalle promesse che non saranno mantenute. È bene che lo Stato e il governo restituiscano ai cittadini tutti gli immobili e le fabbriche i luoghi di lavoro sequestrati o chiusi a causa di leggi che minano alla dignità dei lavoratori o a causa di tassi d’interesse troppo alti, a causa dei saccheggi e dell’usura legalizzata che sta ammazzando la nostra economia e che sta portando al suicidio decine di imprenditori.
È per questo che il coordinamento organizzato 9 dicembre, dopo l’occupazione della basilica di Santa Maria maggiore in Roma, si è riunito ancora una volta per dare voce alla protesta dei cittadini e la lotta non è ancora finita: la Rivoluzione riparte dal pane!