E’ scattata alle prime luci dell’alba a Latina l’operazione della Polizia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che ha portato all’arresto di 25 persone appartenenti al clan Di Silvio, tutte ritenute responsabili di associazione di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, violenza privata, favoreggiamento, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reati elettorali previsti dal Codice Antimafia.
Oltre 250 gli agenti impegnati nell’operazione che ha toccato il quartiere di Campo Boario. Per la prima volta viene riconosciuta l’esistenza di un’associazione mafiosa autoctona, non legata a gruppi criminali siciliani, calabresi o campani. Le indagini hanno consentito di accertare numerose estorsioni effettuate con metodi particolarmente violenti e vessatori, al pari di quelli usati nelle mafie tradizionali.
In carcere sono finiti Armando “Lallà ” Di Silvio, Gianluca “Bruno” Di Silvio, Genoveffa Sara Di Silvio, Ferdinando Pupetto Di Silvio, Angela “Stella” Di Silvio, Giulia Di Silvio, Samuele Di Silvio, Francesca “Gioia” De Rosa, Sabina “Purì” De Rosa, Daniele Coppi Mohamed Jandoubi, Agostino “Balò” Riccardo, Massimiliano Alfonsi, Valentina Travali, Massimiliano Alfonsi, Daniele Alfonsi, Gianfranco Mastracci, Daniele “Canarino” Sicignano, Matteo Lombardi, Ismail El Ghayesh, Hacene “Hassan” Ounissi, Federico “Ico” Arcieri. Domiciliari invece per Tiziano Cesari, Antonio “Marcello” Fusco, Gianluca D’Amico, Francesca Zeoli.
Gli arrestati escono dalla Questura di Latina (Video Lazio Tv)
Il blitz delle forze dell’ordine nel quartiere Campo Boario
Sulla vicenda è intervenuto anche il Sindaco di Latina Damiano Coletta
“Un sentito ringraziamento alla Procura e gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Latina per l’operazione compiuta questa mattina all’alba con il coordinamento dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, operazione che ha portato all’arresto di 25 persone ritenute responsabili di avere costituito, promosso e fatto parte di un’associazione a delinquere di tipo mafioso sul nostro territorio. Per la prima volta nell’ordinanza cautelare si contesta l’aggravante del metodo mafioso riconoscendo l’esistenza di un gruppo criminale autoctono, che ha un trascorso a Latina e si è radicato nel tessuto sociale e nella storia di questa provincia.
I nuovi arresti eseguiti oggi confermano che viviamo una realtà complessa, purtroppo ancora inquinata che molti, troppi, sottovalutano o volutamente ignorano come di recente hanno dimostrato alcuni interventi e commenti ai rilievi mossi da quest’Amministrazione. Tuttavia ci dicono pure che si sta lavorando per ripristinare la legalità in un territorio sì difficile, ma composto per la prevalenza di persone per bene. Lo si sta facendo attraverso l’opera delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, sul cui operato rinnovo il più vivo e sincero apprezzamento, e attraverso l’azione amministrativa e un nuovo corso che vuole far ripartire questo territorio. Pensare che quest’ultima operazione esaurisca il tema della presenza delle mafie a Latina sarebbe un errore. Per ricostruire gli anticorpi contro la diffusione della criminalità organizzata c’è bisogno, per prima cosa, di avere consapevolezza di ciò che è accaduto. E c’è bisogno dell’attenzione e del contributo di tutti, di un’alleanza civile per rompere il silenzio e rispondere con fermezza attraverso la partecipazione. E così dimostrare che esiste una città consapevole, che non mette la testa sotto la sabbia ma si pone in gioco per il futuro di Latina e la dignità della gente che la abita.”