“Cure migliori, diminuzione della mortalità e delle diseguaglianze di accesso: questo il Rapporto 2019 sulla Sanità della Regione Lazio. Al Goretti il 76% delle cure è di buona qualità.”
“Nel Lazio migliorano le cure, diminuiscono le diseguaglianze di accesso (sia a livello geografico che per quanto riguarda il livello di istruzione) e diminuisce la mortalità evitabile, che rimane inferiore alla media nazionale, soprattutto su alcune aree come il cardiovascolare”.
La notizia, pubblicata in rassegna stampa sul pagina web dell’Ordine dei Medici di Latina, arriva dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, dal direttore del dipartimento di Epidemiologia del Lazio Marina Davoli e dal responsabile della direzione regionale salute Renato Botti, che illustrano i dati contenuti del P.Re.Val.E 2019, il programma regionale di valutazione degli esiti degli interventi sanitari nel Lazio.
I dati parlano chiaro: circa 800 i decessi in meno per infarto (mortalità per infarto diminuita del 30%).
Il rapporto segnala, inoltre, un netto miglioramento della speranza di vita per la popolazione regionale e una diminuzione delle diseguaglianze nell’ accesso alle cure. Un passo in avanti si è registrato anche nella cura per le operazioni tempestive per la frattura del femore e per gli interventi per il tumore alla mammella.
Notizie positive che aprono uno spiraglio di speranza dopo i numerosi “incidenti” e i sempre più diffusi casi di malasanità che avevano quasi completamente rotto il rapporto di fiducia tra medici e paziente.
A Latina, in particolare, il 76% delle cure prestate dall’ Ospedale Goretti è stato valutato di buona qualità, soprattutto per quanto riguarda l’assistenza durante le gravidanze e i parti e in riferimento alla chirurgia generale, l’oncologia, il cardiocircolatorio e respiratorio.
Andiamo a vedere nello specifico i progressi registrati nel Lazio:
FRATTURA FEMORE – 8.650 PAZIENTI IN PIU’ OPERATI TEMPESTIVAMENTE
Nel periodo tra il 2012 e il 2018 il numero di interventi per fratture del collo del femore in pazienti di età maggiore di 65 anni, eseguiti entro 2 giorni dall’ accesso nella struttura di ricovero, è progressivamente aumentata, passando dal 31% al 58%, risultato in linea con il dato nazionale; tale variazione si traduce in circa 1.650 interventi in più rispetto al 2012, eseguiti tempestivamente ogni anno negli ultimi 4 anni, per un totale in tutto il periodo 2013-2018 stimato di 8.650 persone in più operate tempestivamente. Questo significa una migliore qualità della vita nelle persone anziane.
INFARTO: 800 DECESSI IN MENO IN ULTIMI 5 ANNI, RIDOTTA MORTALITA’ 30%
Nel 2018 sono stati circa 10.000 i ricoveri per infarto acuto del miocardio; la mortalità a 30 giorni dal ricovero è passata dal 10% nel 2012 al 7% nel 2018, in ulteriore lieve diminuzione rispetto al 2017 (8%) e inferiore alla media nazionale; si osservano circa 180 decessi per infarto in meno ogni anno negli ultimi 4 anni rispetto al 2012 per un totale di circa 800 decessi in meno in tutto il periodo 2013-2018.
CHIRURGIA: 6.600 PAZIENTI OPERATI CON DEGENZA INFERIORE A 3 GIORNI
La proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza post-
operatoria inferiore a 3 giorni è aumentata progressivamente, passando dal 57% del 2012 all’ 82% nel 2018, in lieve aumento rispetto al 2017 (81%) e superiore alla media italiana del 2016 (73% PNE ed. 2017); risultano, quindi, circa 1.650 persone con colecistectomia laparoscopica dimesse entro 3 giorni in più rispetto al 2012, per un totale di circa 6.600 nel periodo 2013-2018, quindi una progressiva riduzione importante dei giorni di degenza potenzialmente inappropriati dopo l’intervento. Ridurre la degenza significa ridurre anche il rischio di infezioni ospedaliere.
PARTI CESAREI: 7.300 IN MENO
Il numero totale di parti nel Lazio è in diminuzione, in linea con il trend nazionale, con circa 11.500 parti in meno negli ultimi 6 anni e una riduzione di 1.450 parti nel 2018 (42.967) rispetto al 2017 (44.414).
Negli ultimi 3 anni, la proporzione di tagli cesarei primari risulta essere stabile intorno al 27%, ma si osserva una riduzione di circa 1.600 parti cesarei primari l’anno in meno rispetto al 2012, negli ultimi 4 anni, per un totale di circa 7.300 tagli cesarei in meno in tutto il periodo 2013-2018. Tale risultato è, però, ancora superiore al dato medio nazionale (25% nel 2016 – PNE ed. 2017).
TUMORE ALLA MAMMELLA: IL 73% NELLE BREAST UNIT E INTERVENTI SUPERIORI A DATO NAZIONALE
Il Lazio è stata la prima regione, nel 2015, ad adottare le linee guida sulle Breast Unit prodotte dal Ministero della Salute. Uno dei requisiti della Breast Unit è il volume di interventi chirurgici, che deve essere superiore ai 150 l’anno. La proporzione di interventi chirurgici per tumore della mammella effettuata nei centri identificati come Breast Unit è passata dal 63% nel 2012 al 73% nel 2018. La proporzione di intervento ricostruttivo della mammella simultaneo all’ intervento di asportazione del tumore è passata dal 48% del 2015 al 56% del 2018, superiore alla media nazionale del 2016 (48% – PNE ed. 2017) e si è ridotta la proporzione di reinterventi a 120 giorni, che è passata dal 10% nel 2012 al 6% nel 2018, inferiore alla media nazionale del 2016 (8% – PNE ed. 2017).