Con l’approssimarsi delle festività natalizie e di fine anno la Guardia di Finanza di Latina nell’ottica anzitutto di tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini, nonché di prevenire incidenti e/o danni a beni pubblici o privati, nelle ultime settimane ha messo in atto un deciso potenziamento del dispositivo di contrasto su scala provinciale alla detenzione e alla vendita illecita di materiale esplodente e giochi pirotecnici pericolosi.
Sia all’esito di attività info-investigative mirate sia grazie all’intensificazione dei servizi di controllo del territorio, lo sforzo congiunto di più reparti ha consentito di individuare, in distinte operazioni di servizio “a tappeto”, diversi siti di stoccaggio e detenzione di “botti”, per ingenti quantità, senza i previsti requisiti di sicurezza e identificazione o privi delle richieste licenze per la detenzione e il commercio.
In particolare, il Gruppo di Latina, a seguito di autonoma attività informativa e di successivi riscontri dinamici quali appostamenti e osservazioni, ha individuato e sottoposto a sequestro 95 chili di prodotti pirotecnici pericolosi pubblicizzati e proposti per la vendita su piattaforme social on-line in assenza delle previste autorizzazioni e a prezzi particolarmente competitivi.
A Priverno, invece, i finanzieri della Compagnia di Terracina, grazie a specifica attività informativa e successivi sopralluoghi e osservazioni, hanno sequestrato più di due quintali di materiale pirotecnico, detenuti da un soggetto di nazionalità italiana per la successiva commercializzazione senza alcun titolo abilitativo.
In un altro intervento, la Compagnia di Fondi, a seguito di mirate attività investigative, corroborate da servizi di perlustrazione e controllo del territorio, ha scoperto due diversi immobili, ubicati nel centro abitativo del comune stesso, adibiti allo stoccaggio di prodotti pirici per circa 6 quintali complessivi, tra cui mortai con relativi colpi, prolunghe di miccia e “candelotti”. Tra il materiale esplodente, tutto sottoposto a sequestro in quanto privo delle prescritte autorizzazioni e detenuto in assenza delle comunicazioni all’autorità di polizia, anche articoli altamente pericolosi e offensivi e non conformi rispetto agli standard di sicurezza imposti dalla normativa dell’Unione europea e nazionale.
E ancora, nel sud-pontino, le Fiamme Gialle di Formia hanno rinvenuto in un container riconducibile a un esercizio commerciale più di 45000 artifici pirotecnici, per un peso complessivo di circa 150 kg, detenuti per la successiva messa in commercio insieme ad altro materiale infiammabile, in violazione delle norme disciplinanti le modalità di deposito e stoccaggio dei prodotti della specie.
Gli interventi, eseguiti a più riprese, hanno quindi consentito di sequestrare complessivamente, evitandone l’immissione sul mercato, oltre 60.000 articoli pirotecnici per più di 850 kg di materiale esplodente, detenuti in violazione delle vigenti disposizioni in tema di custodia, deposito, commercializzazione e sicurezza.
Peraltro, tra il materiale sottoposto a sequestro, oltre ai prodotti di categoria F1 e F2, figurano anche articoli classificati F4, ovvero la tipologia dei “fuochi d’artificio” che presentano un rischio potenziale elevato e sono destinati ad essere usati esclusivamente da persone con conoscenze specialistiche.
I 4 soggetti detentori, ferma restando la presunzione d’innocenza, sono stati denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per violazione della normativa di settore, tra cui, a vario titolo, gli articoli 678 e 679 del codice penale e 47 e 48 del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza.
L’attività di servizio è frutto sia della quotidiana azione di controllo economico del territorio sia dell’azione investigativa svolta dalla Guardia di finanza ai fini della verifica dei requisiti di sicurezza dei beni di consumo e della prevenzione e repressione degli illeciti in materia di contrasto alla contraffazione. Si tratta, evidentemente, di un settore particolarmente delicato, in cui l’attenzione delle Fiamme Gialle è sempre elevata e l’impegno è massimo a tutela della collettività e dei consumatori finali di tali prodotti, i quali, spesso attratti in buona fede dai prezzi sensibilmente inferiori rispetto alle merci “regolari”, potrebbero pagare un “conto” ben più caro, mettendo a rischio la propria salute.