“Silvia è una ragazza semplice, di Latina, che ha smesso di credere nell’amore, semplicemente perché l’amore l’aveva delusa. Non crede nell’amore anche quando incontra Matteo, pazzo di lei, sempre gentile, dolce, innamorato follemente… fino al punto da spingersi oltre, troppo oltre. Questa storia ci fa riflettere, ci dice a caratteri cubitali che non tutti sanno amare nel modo giusto; ci dice anche che prima o poi la ruota gira per tutti e per Silvia la ruota avrà un nome: Gennaro.”
Claudio Battaglia è nato a Velletri (RM) il 4 dicembre del 1976, ma ha sempre vissuto a Latina. Si è diplomato in Ragioneria e dopo ha svolto il servizio di leva obbligatorio in Marina militare. Lavora, oramai da più di dieci anni, presso un istituto di vigilanza. Dal 2008 è sposato con Alessandra. Sia prima di conoscere sua moglie, ma soprattutto insieme a lei, ha sempre nutrito la passione per i viaggi. Ama scrivere canzoni, poesie e interessarsi all’analisi psicologica delle persone che lo circondano. Questa è la sua prima pubblicazione in ambito artistico e letterario. Ha appena iniziato un nuovo romanzo.
LP – Cominciano dal Suo libro: La copertina colpisce subito. Il titolo poi è molto diretto. Come mai questo titolo?
La copertina in effetti colpisce molto, alla fine della lettura del romanzo si capisce bene il perché di questa scelta, ma ora, ovviamente, non la posso svelare; sarebbe come dire, a una persona che vuole leggere un giallo, che l’assassino è il maggiordomo.
Nella storia viene ben descritto il sentimento dell’odio che, purtroppo, può mettere radici all’interno della nostra anima e se non riusciamo a perdonare, colui che ha provocato la nascita di questo sentimento, il rancore continuo, assillante, all’interno del nostro cuore, può scaturire delle ferite che non si rimarginano, lasciando per sempre delle profonde e “vere” cicatrici dentro di noi.
LP – Quando e come nasce ‘Le cicatrici dell’odio’?
Ho trovato l’ispirazione dai numerosi fatti di cronaca nei quali le vittime sono costrette a dover soffrire in silenzio, ma dentro di loro credo vi sia una forte voglia di vendetta. Mi sono chiesto quello che prova una persona quando deve subire delle grandi ingiustizie e cerca di trovare, in se stesso, quell’energia vitale necessaria per guardarsi avanti; spesso, però, è più facile a dirsi che a farsi.
Quindi c’è un luogo o un momento particolare in cui dice: Ecco finalmente adesso scrivo questa storia?
Ho sempre cercato di vivere la mia vita “colorandola” con forti emozioni; ormai, a 40 anni, ho fatto un bilancio di cosa avevo già fatto e cosa, invece, mi mancava. Non avevo mai scritto un romanzo e mi son detto: avrei voglia di farlo, sento dentro di me che è il mio momento e allora, coraggio! Solo dopo, quando l’ho fatto leggere ad amici ed estranei ho notato, in loro, un’intensa euforia negli occhi e sono stati i miei primi lettori a incitarmi, invogliandomi quindi a pubblicarlo.
LP -Cosa le piace?
Mi piacciono le persone vere, “genuine”, che sanno regalarmi un sorriso con la loro autoironia. Inoltre mi piace far ridere chi mi sta attorno e non temo di apparire, a volte, ridicolo.
LP -Cosa non le piace?
Non mi piacciono gli amici che mi chiamano perché hanno voglia di vedermi e magari io sono stanco ma mi faccio forza ed esco lo stesso, e poi, loro, la maggior parte del tempo, lo passano a guardare il proprio cellulare. Credo che la tecnologia sia utile, ma bisogna sempre valorizzare i rapporti umani; le “vecchie” e sane chiacchierate di una volta sono una fonte di vita per le nostre anime.
LP -Adesso può scegliere. Immagini di dover scegliere. Per il suo libro si augurerebbe una traduzione in inglese o una trasposizione cinematografica?
Se facessero una trasposizione cinematografica, del mio romanzo, la gioia invaderebbe ogni mia cellula cerebrale, ogni mio minuscolo capillare!
Il suo pubblico ideale ha 20 50 o 70 anni? Ha un target di riferimento?
L’importante che non siano minori; nel romanzo sono descritte scene di sesso e violenza e di certo la lettura è adatta, solo, a un pubblico adulto.
LP -Saluti i suoi lettori con un aforisma che parli di lei e delle sue emozioni…
Scelgo George Bernard Shaw:
Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare.