In data 7 marzo 2018 si è conclusa una prolungata e articolata indagine condotta dal Nas Carabinieri di Latina, convenzionalmente denominata “Attestato Rapido”, finalizzata al contrasto della contraffazione di attestati professionali per l’ottenimento della qualifica di Operatore Socio Sanitario (O.S.S.).
L’attività d’indagine, avviata dal Nas nell’anno 2015 e coordinata inizialmente dalla Procura della Repubblica di Cassino (FR), è stata successivamente trasmessa, per competenza territoriale, alla Procura della Repubblica di Milano, e coordinata dal dott. Cristillo Antonio Sost. Proc. ed attualmente diretta dal dott. De Tommasi Francesco Vittorio Natale Sost. Proc.
Le indagini svolte hanno consentito di individuare e disarticolare un’associazione per delinquere attiva sul territorio nazionale, costituita da soggetti operanti negli ambienti della formazione e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Gli stessi, avvalendosi di strutture ed imprese di loro titolarità, provvedevano alla formazione di documenti falsi, avvalorati dall’illegittima apposizione dei loghi della Regione Lombardia e della Provincia di Milano.
Il sodalizio criminoso procedeva poi al reclutamento dei soggetti interessati all’ottenimento della qualifica di Operatore Socio Sanitario, proponendo loro l’acquisto dei falsi certificati, attestanti la predetta qualifica, rilasciati in totale assenza della frequenza di corsi di formazione della durata di mille ore, a fronte del pagamento di somme oscillanti tra €. 1.500 ed €. 2.500 per ciascun certificato professionale.
I 96 provvedimenti di perquisizione e sequestro odierni, eseguiti nell’Area Metropolitana di Roma- Capitale, nelle province di Latina, Frosinone, Viterbo e Chieti e, per la cui esecuzione il Nas carabinieri di Latina è stato coadiuvato, nella fase operativa, da personale del Cdo CC TS, dei Gruppi CC TS di Roma e Napoli e dei Cdi Prov. CC di Roma, Latina, Frosinone, Viterbo e Chieti, scaturiscono da attività ispettive svolte dal citato Nucleo presso strutture ricettive per anziani, presso le quali sono stati rinvenuti gli attestati professionali per la qualifica di Operatore Socio Sanitario, poi risultati, a seguito di accertamenti svolti presso gli apparenti Istituti emittenti ed i rispettivi Uffici Regionali, oggetto di falsità materiale perché contraffatti o, in altri casi, rilasciati da centri formativi non abilitati.
Le perquisizioni svolte hanno permesso di sottoporre a sequestro gli attestati professionali contraffatti, in possesso agli indagati, con i quali hanno operato all’interno di strutture Socio Sanitarie ed Assistenziali in assenza di specifiche competenze. Tale sequestro assume un particolare rilievo anche in ragione dell’evoluzione giuridica che la qualifica della professione di Operatore Socio Sanitario (O.S.S.) ha avuto con l’entrata in vigore della Legge 11 gennaio 2018, n.3 (c.d. Legge Lorenzin). I possessori degli attestati, infatti, avrebbero potuto avere un illegittimo accesso ai corsi di formazione per il conseguimento della nuova figura professionale, che è stata inclusa tra le professioni socio-sanitarie proprio dalla novella normativa.
Gli indagati nell’inchiesta sono complessivamente 103 e dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, falso e sostituzione di persona.