La “Regina Viarum” diventa così il 60esimo sito italiano riconosciuto dall’Unesco.
La Via Appia è stata ufficialmente inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità durante la 46esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale tenutasi a Nuova Delhi.
Ad essere rimasto fuori però è il tratto che si snoda nella Pianura Pontina con diramazione per Norba (comprendendo i Comuni di Cisterna, Latina, Norma, Sermoneta, Sezze, Pontinia e Terracina).
“La decisione dell’ICOMOS di eliminare dal riconoscimento della Via Appia, come Patrimonio Unesco, del tratto che dai colli romani attraversa tutta la pianura pontina fino a Terracina – spiega il Presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli – rappresenta una scelta incomprensibile, rispetto alla quale il Ministro della Cultura ed il Governo, avrebbero potuto e dovuto fare di più, presentando delle opportune controdeduzioni in sede di discussione della candidatura.
La decisione di eliminare quel tratto ha comportato la perdita di altri elementi caratteristici e celebri della Via Appia (lunghi lastricati, miliari ancora in posto, tagliate e imponenti terrazzamenti, ponti tuttora in efficienza), elementi universalmente ricordati, come il lunghissimo rettifilo tra Roma e Terracina (oltre 90 km), il Decennovium (il canale che fiancheggia l’Appia nella Pianura Pontina, alternativo alla strada nel viaggio come narra anche Orazio nella famosa Satira), e Tres Tabernae (la stazione di posta dove si fermò San Paolo per incontrare i cristiani che gli venivano in contro da Roma).”
L’Appia fu la prima delle grandi strade di Roma costruite con tecniche innovative, veri e propri capolavori di ingegneria civile che si affiancarono alle vie naturali e che costituiscono i monumenti più durevoli della civiltà romana. Il tracciato, iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua, fu poi prolungato fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente, man mano che avanzava la conquista romana e lungo la Via Appia Traiana, la variante fatta realizzare dall’imperatore Traiano nel 109 d.C. per agevolare il percorso nel tratto da Benevento a Brindisi.
Concepita per esigenze militari, la Via Appia divenne da subito strada di grandi comunicazioni commerciali e di primarie trasmissioni culturali e, nel tempo, è diventata il modello di tutte le successive vie pubbliche romane così come, in un certo senso, l’origine del complesso sistema viario dell’Impero, che è anche alla base dell’attuale rete di comunicazione del bacino del Mediterraneo.
La creazione di questa rete stradale ha permesso la strutturazione di rotte di scambio anche con le vie d’acqua, permettendo così, nel corso dei secoli, un flusso praticamente ininterrotto di persone, idee, civiltà, merci, religioni e idee, percorsi che sono ancora vivi e sentiti da chi abita ancora oggi questi territori. Gli appellativi con cui gli stessi autori antichi la definirono, insignis, nobilis, celeberrima, regina viarum, testimoniano tutte le valenze politiche, amministrative, economiche, sociali e propagandistiche che le valsero la sua millenaria fortuna.