Fra i tremila abitanti giochi di sguardi e sussurri su chi abbia davvero vinto Quel che resta del giorno più ricco di Sperlonga sono tre bottiglie di prosecco Villa Sandi sul bancone della ricevitoria Ilario, lo storico tabaccaio cittadino dove sono state vendute quasi un terzo delle quote di «Mamma», il sistema che ha sbancato il Superenalotto. «Abbiamo gettato via centinaia di vuoti, è stata una lunga notte» racconta la signora Leonina, acchittatissima e griffata moglie del proprietario Francesco. Venerdì mattina il figlio ventisettenne Raffaele, che guida il negozio aperto quarant’anni fa da nonna Anna, ha scelto il sistema fortunato tra le decine proposte dalla Sisal, guadagnandosi la fama di «mani d’oro».
Oggi, aggirandosi tra gli scaffali pieni di ceramiche e magneti con il Golfo di Gaeta, maledice la dea bendata. «Avessi tenuto una quota potrei brindare e invece niente, qui dentro non abbiamo mai vinto altro che un 5 da quattromila euro», borbotta. E pazienza se fuori, sul belvedere in cui muore via Cristoforo Colombo, non si parli d’altro che degli a dir poco cinque milioni di euro finiti in tasca alla sua famiglia, titolare, giurano i compaesani, di almeno due giocate.
Lui, come papà Francesco, nega: «Chiacchiere. Mi piace scommettere ma posso permettermi di puntare al massimo sulle date di nascita».
Passata la sbornia, il pudore prende il sopravvento. «A un mio parente è andata bene ma a me no e chissà che non sia meglio così, con tutti i malintenzionati che girano da queste parti», taglia corto il gestore del ristorante Scylla. Gli amici ai tavolini del bar Galli lo indicano come uno degli «eletti», quelli che a breve riscuoteranno il ricavato delle venticinque quote da 63,4 milioni di euro disseminate nella cittadina balneare scelta come luogo di villeggiatura dai Montefoschi, i Barzini, le sorelle Fendi. Eppure, dopo aver sfilato a testa alta domenica mattina sorridendo radiosi alle telecamere, i vincitori devono aver ripensato alla Mondragone del clan camorrista La Torre distante meno di cento chilometri e, nel dubbio, preferiscono tornare nell’ombra.
La discrezione in un centro di tremila abitanti è meno probabile d’un terno al lotto. Prima ancora che Vincenzo Pezzuco si dichiarasse ufficialmente, il suo nome era rimbalzato fino al bar Trieste di Terracina, a venti chilometri da Sperlonga. Ovvio: appena sei mesi fa il signor Pezzuco, padrone d’un maneggio sulla prestigiosa spiaggia tirrenica, aveva comprato alla solita tabaccheria Ilario un gratta e vinci della serie «Turista per sempre» degno del signor Bonaventura. Un cartellone appeso accanto al lenzuolo bianco con scritto «Superenalotto milionario» davanti al civico 3 di via Cristoforo Colombo ricorda a mo’ di mantra l’esito di quella giocata: «200 mila euro subito, 6000 al mese per vent’anni e 100 mila di bonus».
Venerdì il Gastone del pontino ha bissato: con 24 euro ne ha guadagnati due milioni e mezzo e prima di risolversi a serrare le finestre dell’appartamento a un paio d’isolati dalla ricevitoria ha sfilato avanti e indietro sul bagnasciuga in sella al cavallo migliore della scuderia. «I soldi finiscono sempre in tasca a chi ce li ha», suggerisce un ragazzo che chiede di restare anonimo accennando con il capo all’altro lato del marciapiede. Impettito, nell’abito della domenica, passa Erasmo Chinappi, proprietario dell’albergo Mayor nonché parente del presidente della provincia Cusani. Si mormora che sia lui uno dei più facoltosi tra i vincitori, insieme a un paio di gestori di campeggi del litorale.
Qualcosa da dichiarare? La risposta negativa tra il sorpreso e l’infastidito è la stessa d’un altro indiziato, il signor Gelateria Gelato Dolce che accogliendo i clienti in abito gessato glissa fingendosi troppo impegnato al cellulare: «Si dice che ho vinto? Si dicono tante cose». Sabato notte Sperlonga ha urlato in coro, conferma il maitre dell’enoteca Mudejar, nel cuore del centro storico. Domenica mormora, ciascuno la sua storia.
Il successo è un po’ di tutti, tra parenti prossimi e remoti un vincitore ogni centotrenta abitanti significa benessere diffuso. Soprattutto d’inverno, quando i quarantamila villeggianti d’agosto sono ancora una promessa estiva. Ma un pizzico d’invidia s’insinua tra i sorrisi. Cala la notte di Halloween. Dolcetto o scherzetto? chiede il bimbo mascherato da mago. Il papà, titolare d’una trattoria, concede il permesso: «Vada per un giretto, oggi ci sono un bel po’ di soldi da queste parti».