Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una giovanissima lettrice del capoluogo:
“28 marzo 2020”
Diciotto giorni di quarantena: chi ne conta di più, chi meno, e chi ogni tanto ne perde il conto…Sinceramente mi aspettavo che quest’anno andasse diversamente, un po’ come tutti; ma questa situazione ci sta ponendo dinanzi molti ostacoli, i quali richiedono collaborazione da parte di ognuno di noi. In questi momenti siamo tenuti a tirare fuori il meglio di noi per convivere serenamente, in quanto, volendo fare riferimento agli zoo, la sensazione è simile a quella degli animali in gabbia, e non è l’ideale scontrarsi con coloro con cui conviviamo. Non ho mai visto il mio Paese così unito probabilmente dai mondiali del 2006, e forse è una delle poche cose che mi rassicurano al momento, perché non vedo persone riempirsi la bocca di pregiudizi e darsi contro, ma vedo gente che, come può, si rimbocca le maniche, a partire da coloro che operano in prima linea che sono soggetti a turni estenuanti per prendersi cura di chiunque abbia contratto il virus; ma anche perché sono cresciuta con “Uniti si può tutto”, perciò, ad oggi, mi sento di dire che CE LA FAREMO, nonché di citare alcune frasi di Neffa in “Cambierà”, quali: “Non essere triste, presto il sole sorgerà” e “Non sarà così sempre, perché tutto cambierà”
-A.M.