Un dibattito pubblico si è svolto martedì pomeriggio presso il Circolo cittadino di Latina, promosso dal consigliere comunale Pina Cochi. Rappresentanti della scuola, della politica e numerosi genitori hanno discusso apertamente dei recenti episodi di violenza che hanno sconvolto la città, con un focus particolare sui giovani e sul ruolo educativo delle famiglie.
Tra gli interventi, quello di Tiziana Ferrantini, madre di Matteo, il sedicenne accoltellato sabato scorso in zona pub e tuttora ricoverato in condizioni delicate all’ospedale Goretti, ha scosso la platea. Il suo appello ha evidenziato l’urgenza di affrontare non solo il bullismo e la violenza, ma anche il crescente fenomeno dell’omertà tra i ragazzi.
Il dibattito è nato dalla necessità di reagire a una serie di episodi che destano preoccupazione: atti vandalici alla scuola primaria “Gianni Rodari”, una bomba carta collocata sull’auto di un docente, un’aggressione in un parcheggio del liceo classico ai danni di un diciottenne che aveva difeso delle amiche, e infine il gravissimo ferimento di Matteo, accoltellato durante una rissa.
Questi episodi, come sottolineato da Monica Sansoni, garante dell’infanzia e dell’adolescenza, e dall’assessore all’istruzione Francesca Tesone, evidenziano una vera emergenza sociale che richiede il coinvolgimento attivo di tutti: scuole, istituzioni e famiglie.
“La famiglia è il primo punto di riferimento per i giovani – ha dichiarato la consigliera Pina Cochi, promotrice dell’incontro – ma deve essere supportata dalla scuola e da tutti gli altri attori della società. Educare all’empatia, alla bellezza e al rispetto è un compito che inizia in casa e si estende poi al tessuto sociale”.
L’educatrice ha ribadito che, davanti a un aumento di episodi violenti, è fondamentale interrogarsi sulle cause che spingono i ragazzi verso comportamenti prevaricatori e violenti, per mettere in atto strategie concrete di prevenzione e intervento.
L’intervento di Tiziana Ferrantini, visibilmente emozionata, ha portato al centro del dibattito il tema dell’omertà. “È doloroso vedere come nessuno tra i partecipanti alla rissa abbia avuto il coraggio di parlare, nonostante i video e le testimonianze. Questo vuoto attorno a mio figlio Matteo è un’altra ferita per la nostra società”, ha dichiarato la madre del sedicenne ferito.
Ferrantini ha esortato genitori e istituzioni a combattere questa cultura del silenzio, sottolineando che il cambiamento parte dall’educazione dei giovani al senso di responsabilità e alla solidarietà verso gli altri.
Intanto la Polizia sta continuando ad indagare sul grave episodio di violenza avvenuto sabato notte tra via Neghelli e un parcheggio nei pressi di viale XVIII Dicembre. Secondo le prime ricostruzioni, gli scontri sarebbero scaturiti per motivi banali, come un vecchio dissidio o uno sguardo provocatorio.
La ricostruzione degli eventi da parte degli investigatori è complicata da un elemento: nonostante la presenza di numerosi testimoni, nessuno ha allertato le forze dell’ordine né durante la rissa né al momento dell’aggressione con coltelli, avvenuta in una zona scarsamente sorvegliata.
La Questura è stata avvisata soltanto quando i feriti, in fuga dagli aggressori, si sono accasciati sulla strada, attirando l’attenzione dei passanti che hanno chiamato i soccorsi.