Meglio dirselo è il primo romanzo, edito da Rizzoli, di Daria Colombo. La scrittrice ha tenuto una presentazione a Latina, alla presenza di Antonio Pennacchi, lo scorso novembre. Daria Colombo, giornalista, autrice televisiva, art director è stata l’ideatrice del Movimento dei Girotondi nel 2001. Moglie e musa ispiratrice dei successi del marito Roberto Vecchioni.
Signora Colombo voglio ringraziarla per averci concesso quest’intervista. Come si legge tra i ringraziamenti, l’idea del libro è nata pian piano, accumulando fogli che mai avrebbe creduto diventassero un libro. Invece, eccolo qui, il suo primo romanzo. Come si è concretizzato il progetto? Come descriverebbe l’emozione di autore che vede per la prima volta nascere un proprio progetto letterario? Si sarebbe mai immaginata tanto successo?
Il nucleo del libro è certamente autobiografico, mi sono ispirata alla mia vita per alcuni tratti della narrazione. Sono stata io stessa una sessantottina con un passato di contestazione nei confronti dei miei genitori. Ho conosciuto il dolore e la malattia di mia madre ma a differenza della protagonista ho fatto in tempo a recuperare il rapporto con i miei. Il tema di Meglio dirselo è venuto dalla pancia, ma da questa alla trasposizione letteraria è intercorso più di un anno di lavoro. Vedere stampato il primo libro credo sia un’emozione unica che porterò con me per il resto della vita e se poi succede che va bene, come è successo a me, ti senti una miracolata. E no devo dire che non mi sarei mai immaginata niente del genere.
La forza propulsiva della letteratura italiana, come ammise lo stesso Pennacchi, è nella mani delle scrittrici contemporanee. In cosa consiste questa forza? Che cosa possono apportare le donne nel panorama della nostra cultura?
Credo profondamente nella forza delle scrittrici e, mi scusino i signori uomini, sono convinta che le donne abbiano una marcia espressiva in più data dalla loro sensibilità. Oggi che la donna si è finalmente liberata dagli antichi retaggi culturali e tutte quelli che venivano considerati dei connotati negativi adesso sono diventati una risorsa. Sensibilità a cui si aggiunge la forza delle esperienze, affrontate da diversi punti di vista. Ovvio che questo, per la nostra cultura, non può che essere un arricchimento. Il successo è dimostrato dalla freschezza e della loro originalità più frequente che negli scrittori uomini.
Lara (la protagonista) ha cinquant’anni, due figli adolescenti, un lavoro di architetto e un grande amore, suo marito Giorgio. Eppure non è felice, forse non ha completamente chiuso i conti con il passato. Quali sono, se ci sono, le sue colpe? Un donna che risulta rigida, dura, nei confronti dei suoi figli e dei suoi genitori anziani. Che cosa imparerà da loro?
Lara è un’assolutista, per lei tutto è bianco o nero o, perlomeno, lo è per gran parte della storia. Si sentirà spesso dire “Non essere intransigente”. Imparerà ad ammorbidirsi e soprattutto che l’amore ha tanti linguaggi e che questi spesso cambiano con le generazioni.
Lei crede che queste tematiche possano essere comprese solo dalle persone che hanno o hanno avuto una vita familiare complicata? Quante famiglie difficili esistono nel nostro paese e di quante non si conosce la vera natura finché non scoppiano tensioni gravi? In che momento ha cominciato a comprendere le ragioni del comportamento dei suoi genitori?
I miei genitori non sono gli stessi della protagonista anche se con loro ho avuto in passato forti scontri che con il tempo sono riuscita a risanare. Credo che per una adolescente sia sano prendere le distanze dai propri genitori. Quelli poi erano anni in cui si predicava “l’uccisione del padre” e tutto quello che le vecchie generazioni rappresentavano. A volte i drammi scoppiamo proprio a causa del mancato confronto, della sana lite. In famiglie apparentemente normali le tensioni sfociano in atti di violenza dalla portata devastante.
Nell’articolo,che il nostro blog ha dedicato alla presentazione, i commenti si sono concentrati sul passato politico di Lara. Sembrerebbe lo stereotipo della sessantottina quasi quacchera. Lei ,che portava i suoi figli in passeggino alle manifestazioni, sembra delusa anche da questi suoi ricordi. Che cosa l’ha ferita? Le lotte hanno contribuito,concretamente, a migliorare la condizione delle donne? Come giustifica il disinteresse dei giovani per la politica?
Lara non è delusa dai ricordi è delusa dall’oggi e se permette anche io, perché nonostante le lotte la condizione della donna è ancora lontana dalla parità tanto agognata. Il disinteresse a mio parere non è colpa dei giovani. Se a loro dai qualcosa in cui credere ti vengono dietro. La colpa è della nostra generazione e della politica che non ha saputo con loro ma soprattutto della sua lontananza dai problemi della gente e dalla loro. Mancano proposte vere che li coinvolgano.
Quanto ritiene siano importanti le recensioni e le presentazioni al fine di far conoscere il proprio libro. Durante la presentazione a Latina, è stato importante contare su un amico come Antonio Pennacchi. Come vi siete conosciuti? Perché ha proposto la lettura di pagina 101 “ A vederla nessuno direbbe che il cuore le batta così forte mentre attraversa … Perché proprio questo passo, che cosa rappresenta per lei??
Sono importanti entrambe. E’ sbagliato snobbare le critiche e chi si prende la briga di occuparsi o di parlare del tuo lavoro. Anche le presentazioni sono importanti soprattutto per i lettori che amano saperne di più del tuo libro. Noi scrittori dobbiamo ricordare sempre che senza di loro non siamo niente.
Conoscevo lo scrittore e l’ho adorato. L’incontro è avvenuto ad una Rassegna e l’ho stradorato! Amo il suo modo di parlare e di raccontarsi. È umanamente, speciale. La lettura di pagina 101 è un sorta di rito che si ripete ad ogni presentazione, credo siano le pagine che meglio rappresentino i sentimenti messi in gioco nel libro. Nelle lacrime di Lara c’è tutto il dolore di chi capisce troppo tardi che l’amore, finché c’è tempo, è meglio dirselo.
Articolo a cura della redazione di Reader’s Bench