Verrà presentato giovedì 29 giugno alle ore 18 al Circolo cittadino a Latina il volume “L’ITALIA E LA GUERRA FREDDA Esuli dall’Est, una storia di fughe e accoglienza nel Campo profughi di Latina” scritto da Emanuela Gasbarroni.
L’introduzione dell’autrice e del lavoro storico svolto è del prof. Rino Caputo, cui seguiranno gli interventi di Cesare Bruni, Serena Cassoni e Nazzareno Ranaldi.
Si narra la storia del Campo profughi “Rossi Longhi” di Latina, che ha ospitato dal 1957 (dopo l’invasione dell’Ungheria) fino al 1989 (caduta del muro) circa 100 mila rifugiati che scappavano dai paesi dell’est e che dopo qualche mese a Latina andavano in Australia, Canada e Stati Uniti.
L’ obiettivo è quello di raccontare l’importantissima pagina di storia recente italiana che pochissimi conoscono, tentando di restituire la complessità umana, esistenziale, geopolitica ed etica che ha animato quello spazio per circa 40 anni.
La cortina di ferro ha rappresentato una linea di separazione densa di significati, riguardo alla tematica così complessa dei diritti umani. Tra questi il concetto di libertà, nelle sue varie accezioni, è stato cruciale per decidere delle vite di centinaia di migliaia di persone.
Ma anche cosa significhi esilio, identità, ideologie, accoglienza, emigrazione, violenza, speranza.
Una vicenda in gran parte rimossa dalla memoria storica del nostro paese, che troppo spesso, negli ultimi anni, ha messo l’accento sull’eccezionalità dei flussi migratori verso la penisola italiana, a discapito delle sue radici storiche.
Il Campo “Rossi Longhi”, insieme ai due Campi che si susseguirono a San Sabba (Trieste) e Padriciano, nell’estremo Nord-Est, rappresentava uno dei capisaldi della gestione umanitaria approntata in Italia all’indomani dell’afflusso di profughi ungheresi a seguito dell’invasione sovietica, mentre un flusso dalla Jugoslavia era iniziato già prima.
Ricostruire il microcosmo del Campo “Rossi Longhi” e della città che lo accoglieva significa non solo narrare una pagina di storia recente, ma anche trovare quelle analogie con il fenomeno migratorio attuale, oggi come allora denso di percezioni sbagliate, strumentalizzazioni politiche e scelte poco adeguate.
Una parte del volume è dedicata alle testimonianze di persone di Latina che hanno accolto i rifugiati e alle memorie degli stessi profughi che, non ostante siano andati in varie parti dal mondo, hanno mantenuto con Latina un legame molto forte.
Durate la presentazione vi saranno letture di alcune testimonianze.
L’autrice ha lavorato a lungo alla copiosa documentazione dell’Archivio di Stato, per rintracciare le persone che hanno vissuto la fuga e l’esilio, che vi hanno lavorato, ritrovando anche suggestivo materiale fotografico e filmati dell’epoca. Il libro è edito da Tau edizioni e sostenuto da Fondazione Migrantes.
Sull’argomento è stato anche realizzato il docufilm “Fuga per la libertà” che ha avuto la nomination nella cinquina, come miglior documentario al Globo d’oro 2018, (per il cinema è il premio più importante insieme a David di Donatello e Nastro d’argento) e’ stato invitato a molti festival e ha vinto numerosi premi.
L’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, la Fondazione Migrantes, l’O.I.M. (organizzazione Internazionale delle Migrazioni) e la Robert F. Kennedy Human Rights Europe Foundation hanno concesso il patrocinio.
Note dell’autrice
Emanuela Gasbarroni, è laureata in Scienze storiche, del territorio e della cooperazione internazionale all’Università Roma Tre e ha una laurea specialistica in Scienze storiche all’Università di Firenze. Giornalista professionista con lunga esperienza in quotidiani nazionali, emittenti radiofoniche e televisive, ha curato la regia di una dozzina di documentari, in particolare nei paesi arabi del Mediterraneo (Turchia, Siria, Libano, Palestina, Israele, Giordania, Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria) su tematiche di sviluppo, diritti umani e ambiente. Lavora all’ufficio stampa e comunicazione dell’Agenzia del demanio, seguendo i progetti di grandi opere.