Dalila pesa 100 chili per dei problemi avuti dopo la sua seconda gravidanza.
“Mi spiace, ma lei è troppo grassa per lavorare nel panificio”. Questo il messaggio che ha ricevuto una ragazza disoccupata di 29 anni di Latina dai titolari di un panificio. “Il peso eccessivo non le permette di svolgere i compiti per cui dovrebbe essere assunta. Dietro il bancone devono starci due persone magre che possano muoversi contemporaneamente” questa la motivazione. La giovane che ha raccontato la sua storia a “Il Messaggero” aveva avuto un colloquio presso un panificio del capoluogo e si era accordata con i titolari per un periodo di prova. La ragazza ora non ci sta ad essere etichettata come “troppo grassa per lavorare”. Dalila, questo il nome della giovane, pesa 100 chili per dei problemi avuti dopo la sua seconda gravidanza. “Voglio difendere il genere femminile da certe discriminazioni. Questi chili di troppo io li indosso solo per aver scelto di diventare madre”. Sempre dallo stesso panificio arriva la storia di un’altra ragazza che avrebbe ricevuto vessazioni da parte di alcuni dipendenti durante il suo periodo di prova. La sua unica colpa era quella di non conoscere il mestiere e qualcuno si è sentito in diritto di umiliarla in più occasioni. La giovane, per la disperazione, ha rinunciato al lavoro.