Un quarto degli studenti delle scuole superiori italiane continuerà la Dad anche a gennaio: dal 7 infatti potrà tornare in presenza “il 75 per cento della popolazione scolastica”. Così si legge nell’ultima bozza del Dpcm e così ha spiegato giovedì sera il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa. Nella bozza precedente la frequenza in classe era garantita solo alla metà degli studenti, ma un ultimo consulto con la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha portato a rivedere la percentuale di studenti da riportare in classe.
Era stata proprio lei nei giorni scorsi, quando ancora sperava in un rientro parziale già a dicembre, a parlare di un «ritorno in classe graduale e in sicurezza». Entro gennaio, ha spiegato ieri Conte durante l’incontro con le Regioni, potrebbe anche arrivare un nuovo protocollo nazionale per il rientro in classe: si tratta di regole sui trasporti, sulla gestione del tracciamento e dei tamponi per lo screening e il rientro in classe e anche per stabilire per tutti i presidi la necessità di adottare uno scaglionamento maggiore degli orari di ingresso e di uscita. Per i trasporti saranno i tavoli regionali, coordinati dai prefetti, a decidere le modalità a livello locale. Per quanto riguarda i turni, Conte ha spiegato che non si imporrà una turnazione a livello nazionale ma le singole scuole potranno decidere il proprio orario anche prevedendo rientri o allungamenti dell’orario nella fascia pomeridiana: «Non vogliamo escludere nessuna opzione di flessibilità – ha sottolineato Conte -, se ci saranno scuole che si renderanno disponibili a turni pomeridiani ben vengano. Non possiamo da Roma governare la situazione della differenziazione degli orari di ingresso delle scuole e i trasporti. Siamo disponibili a un supporto ma alcune scelte chiedono modulazioni territoriali», ha detto in conferenza stampa