Da lunedì 8 marzo oltre 6 milioni di studenti potrebbero essere costretti a seguire le lezioni da casa. È la proiezione della rivista specializzata Tuttoscuola, riportata dall’Ansa, fatta sulla base delle nuove norme contenute nel Dpcm firmato dal presidente del Consiglio e in vigore dal prossimo 6 marzo.
Il nuovo decreto dispone infatti lo stop alle lezioni e l’attivazione della didattica a distanza nelle scuole di ogni ordine e grado nei territori in zona rossa.
Inoltre si dà facoltà ai presidenti delle Regioni di chiudere le scuole nei casi in cui vi siano più di 250 positivi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni e nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.
Basilicata e Molise sono già in zona rossa, come anche diverse province: le ultime in ordine di tempo sono Bologna, Modena e Ancona. Stando ai calcoli della Fondazione Gimbe, sono ben 24 le province che hanno oltre 250 positivi ogni 100mila abitanti, la soglia che può far scattare lo stop alle lezioni.
La peggiore in questa classifica è la provincia di Brescia, con 486 casi ogni 100 mila abitanti nel perido tra il 23 febbraio e il 2 marzo. Seguono Rimini (472), Bologna (442), Ancona (435) e Forlì-Cesena (404).
Ci sono poi Udine, Modena, Bolzano, Trento, Pistoia, Pescara, Ravenna, Reggio Emilia, Verbano-Cusio-Ossola, Salerno, Chieti, Como, Imperia, Frosinone, Monza-Brianza, Mantova, Bari, Siena e Macerata.
Ci sono inoltre molte province vicine alla soglia di rischio, con oltre 200 casi ogni 100.000 abitanti: Milano, Arezzo, Ascoli Piceno, Caserta, Cremona, Cuneo, Ferrara, Gorizia, Lecco, Lucca, Massa-Carrara, Napoli, Parma, Pavia, Perugia, Prato, Taranto, Torino, Varese, Vercelli
Si potrebbero salvare da questa chiusura totale delle scuole le province del Lazio che, esclusa Frosinone e altri comuni, potrebbero mantenere 626.190 alunni con didattica in presenza.