Maturità 2021: niente prove scritte, ma un maxi esame orale che peserà al 40% sulla valutazione finale. Reintroduzione della non ammissione e delle bocciature, maggiore peso dato al percorso del triennio e all’alternanza scuola lavoro. Questi, in sintesi, i punti cardine dell’ipotesi avanzata dal ministro dell’istruzione Azzolina sulle prove di maturità da sostenere alla fine del corrente anno scolastico. Anno fortemente condizionato, come il precedente, dal Covid e che quindi probabilmente non permetterà lo svolgimento del formato tradizionale composto da tre prove scritte e una orale.
Il Ministro dell’Istruzione, infatti, è orientato a confermare anche per quest’anno solo l’esame orale. L’ipotesi più probabile è replicare ciò che era stato stabilito per le prove di giugno 2020: togliere gli scritti e lasciare solo l’orale. Ipotesi che ha riscosso diversi consensi all’interno dell’attuale maggioranza.
Rispetto all’anno scorso, però, vi sono delle novità: la DAD cambia il suo status, da situazione di emergenza provvisoria a condizione strutturale. Saranno dunque ammesse le bocciature in tutte le classi e le «non ammissioni» all’esame.
Quindi, per poter sostenere l’esame di Maturità o per superare l’anno scolastico sarà necessario, come consuetudine prima della pandemia, ottenere un giudizio positivo agli scrutini.
La Maturità 2021, molto probabilmente, porterà con sé il ripristino dell’alternanza scuola – lavoro (chiamata Pcto): molti studenti, infatti, sono comunque riusciti a svolgere esperienze lavorative curriculari da remoto. Difficile, invece, l’introduzione delle tanto temute Prove Invalsi: dovessero essere somministrate, non dovrebbero avere valenza sulla votazione finale.
La composizione della commissione d’esame seguirà i criteri del 2020: un presidente esterno e tutti gli altri interni. Infine, il voto: il 60 per cento dipenderà dai giudizi del triennio e il 40 per cento dall’orale conclusivo.