La Nasa: “Si tratta di un’eruzione molto forte che potrebbe disturbare l’atmosfera terrestre”
Tra sabato 13 e domenica 14 settembre arriverà sulla Terra la tempesta solare causata dal brillamento del 10 settembre e registrato dalla Nasa come espulsione luminosità X1.6. Con la classe X vengono catalogate le tempeste solari più intense.
Mercoledì 10 settembre, alle 18.48 ora italiana, il Sole ha espulso massa coronale in una prima spettacolare eruzione. Poi la seconda e l’inizio di un viaggio che tra sabato 13 e domenica 14 settembre porterà sulla terra le radiazioni della nostra stella. A darne l’allarme è stata la Nasa e, nello specifico, lo Space Weather Prediction Center della NOAA. Il secondo brillamento è stato più intenso del primo ed è stato abbastanza forte da poter rappresentare un problema per alcune apparecchiatura in orbita e, allo stesso, da poter regalare agli osservatori più fortunati spettacolari aurore boreali.
L’espulsione di massa coronale (CME) è stata classificata dalla Nasa come brillamento di luminosità X1.6. La classe X accompagna le CME più intense, mentre il numero rappresenta una valutazione relativa secondo cui la X2 ha un’intensità doppia rispetto alla X1 e pari a due terzi di una X3. Si tratta dunque di un’eruzione molto forte che potrebbe disturbare l’atmosfera terrestre. Come noto, infatti, le tempeste solari non influenzano fisicamente l’uomo a terra, perché, pur trasportando particelle ad alta energia, la superficie del nostro pianeta è adeguatamente protetta da atmosfera e magnetosfera. Viceversa (ad esempio per gli astronauti in orbita impegnati in un’attività extra-veicolare), una tempesta solare potrebbe essere letale, danneggiando l’organismo e causando il cancro. Il maggior pericolo al suolo, però, è dato dai disagi di un’interruzione dei segnali radio e GPS e, nel peggiore dei casi, ad un black out molto esteso.