Gli scavi archeologici di Pompei rischiano di finire all’asta. Nello specifico, si tratta di una necropoli proprio fuori le mura della Porta Stabia. Da anni è al centro di una battaglia che va avanti nelle aule di giustizia, fra la proprietaria del terreno e la Soprintendenza Speciale dei Beni archeologici di Napoli e Pompei. Tutto era cominciato con l’esproprio di un agrumeto: meno di 1.500 metri quadrati che l’ottantaduenne Antonietta Nunziata si è vista portare va. Un terreno sul quale, nel corso degli anni, sono stati effettuati numerosi lavori e scavi, portando alla luce la necropoli con due enormi reperti funerari. a donna, proprietaria dell’area, non si è data per vinta e ha dato mandato al proprio legale di far valere i propri diritti e il Tar della Campania le ha dato ragione, evidenziando come la Soprintendenza non abbia mai formalizzato in modo compiuto il decreto di esproprio del terreno, motivo per cui avrebbe dovuto risarcire l’anziana signora con 151 mila euro, 103 dei quali versati.
Alla conseguente richiesta dell’ente di attribuire alla legittima proprietaria la responsabilità di salvaguardare, vigilare e restaurare i beni archeologici presenti, la signora Nunziata ha però deciso di mettere all’asta il terreno e, di conseguenza, la necropoli che vi si trova.
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