”Ho sentito esplodere tre colpi mentre stavo chiudendo la porta di casa”. Il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, spiega come e’ sfuggito all’agguato preparato da un uomo che si era introdotto all’interno del palazzo dove si trova l’abitazione del giornalista a Milano.
Ieri sera, infatti, gli uomini della scorta, come ogni giorno, hanno accompagnato Belpietro fino davanti alla porta di casa, poi il caposcorta per andare via decide di fare le scale invece di prendere l’ascensore. Tre gradini sotto il pianerottolo dove si trova la casa del direttore di Libero si imbatte in un uomo armato con la pettorina della Guarda di Finanza che non esita a puntargli l’arma. A quel punto sembra che la pistola si inceppi. Il poliziotto della scorta estrae l’arma di ordinanza e – secondo le prime ricostruzioni – esplode due colpi in aria per intimidire l’uomo e, subito dopo, un terzo colpo. L’aggressore a quel punto si da’ alla fuga e risce a dileguarsi.
”Quell’uomo – spiega Belpietro a Repubblica -, alto un metro e ottanta circa, corpulento e agile, camuffato con una pettorina della Guardia di Finanza era appostato tre gradini sotto il mio pianerottolo, l’arma spianata. Quando s’e’ trovato difronte l’agente della mia scorta senza prionunciare una parola non ha esitato a sparagli. Fortuna ha voluto che il grilletto s’inceppasse”.
Il giornalista, confermando che ”si’ penso proprio di essere io l’obiettivo” dell’uomo, sottolinea che ”se avesse suonato alla porta, vedendo dalo spioncino la casacca della guardia di finanza, avrei aperto senza nulla sospettare, avrebbe potuto spararmi e uccidermi con tutta facilita”’.
L’attentato, quindi, sembra sia stato sventato dalla casualita’, dalla decisione del caposcorta di Belpietro che, invece di prendere l’ascensore, ha deciso di scendere per le scale. ”L’ispettore della scorta – spiega Belpietro – dopo avermi salutato davanti l’uscio di casa se ne ritorna in ascensore. Stasera, invece, non so per quale ragione ha deciso di scendere per le scale. E’ solo per questo suo casuale cambio di comportamento che s’e’ imbattuto in quell’uomo che si trovava tre gradini sotto il mio pianerottolo, nascosto, la pistola in pugno”.