Magistrato o giudice? Anche se tanti sanno che si tratta di 2 figure professionali molto diverse, in realtà sono davvero in pochi a saper spiegare questa differenza.
La figura del magistrato è, per sua natura, molto particolare. Il magistrato infatti può ricoprire diverse cariche molto importanti, sia a livello pubblico, ma anche giudiziario e amministrativo: questo lo rende un professionista molto poliedrico che può anche ricoprire il ruolo di giudice. Da qui nasce la confusione fra magistrati e giudici: questi ultimi sono infatti solo un organo specifico della magistratura, e non magistrati a tutto tondo.
Una professione cui aspirano in molti
Sono molti i giovani che aspirano alla professione di magistrato che, occorre ricordarlo, consente di mirare a ruoli importantissimi: Il GIP, ovvero colui che si occupa delle indagini preliminari sul campo, ed il PM, che invece ha il potere di esercizio penale. Da qui si evince quanto quella del magistrato sia una professione particolarmente prestigiosa e complessa, che reca con sé anche una remunerazione congrua all’impegno e dunque molto elevata: si parla di uno stipendio mensile che varia dai 2.200 euro ai 7.500 euro, in base all’anzianità di servizio. E non è un caso che, stando al rapporto del Censis, in Italia la magistratura sia seconda solo alla medicina nella classifica delle professioni più ambite.
Come diventare magistrati
Diventare magistrati è un sogno difficile, che richiede una grande preparazione e una naturale predisposizione allo studio e al sacrificio. Il primo step per diventare magistrati è ovviamente la laurea in giurisprudenza, che dovrà poi essere completata dal temutissimo concorso di magistratura: una delle prove in assoluto più difficili. Tale concorso prevede infatti una prova scritta e, in caso di promozione, una successiva prova orale: la prova scritta dura addirittura 8 ore, suddivise in 3 tranche per la stesura di 3 elaborati scritti sul diritto amministrativo, civile e penale. Superato questo primo scoglio, si potrà sostenere l’esame orale: una prova che vedrà il candidato impegnato di fronte ad una commissione, che lo interrogherà a 360 gradi sui temi della giurisprudenza. Inoltre, è bene che sappiate che potrete provare il concorso solo 3 volte.
Quale laurea conseguire
La prima parte della preparazione passa obbligatoriamente dal percorso universitario, che deve essere connotato dalla grande qualità degli insegnamenti e da un indirizzo specifico. Per accedere al concorso bisogna infatti conseguire una laurea quinquennale in giurisprudenza: sono molti gli atenei che nella Capitale offrono questa possibilità, ma vista l’enorme mole di studio ed il tempo relativo alla preparazione per il concorso, il consiglio è di iscriversi presso università telematiche come l’Unicusano, che offre una laurea in giurisprudenza a Roma online. Studiando sul web si potranno ottimizzare le ore di studio, dato che gli studenti avranno la possibilità di frequentare le lezioni attraverso il web, seguendo le video-lezioni sulla piattaforma di e-learning. Una soluzione ottimale per risparmiare tempo prezioso e per prepararsi al concorso con grande anticipo.
Come prepararsi al concorso
Una strategia ottimale per avere successo al concorso è conoscere perfettamente la struttura e gli argomenti dei due esami. Nello specifico, è importantissimo prepararsi per l’orale tenendo a mente che le domande potranno riguardare i seguenti argomenti: diritto civile, penale, amministrativo, commerciale, comunitario e internazionale. Inoltre, l’esame verterà anche su una lingua straniera a scelta del candidato. Per quanto riguarda i testi d’esame, essi dovranno essere necessariamente di livello universitario avanzato o codici ufficiali di diritto. Infine, il consiglio è di prepararsi in modo molto forte sul diritto civile.