FLASH NEWS – Quando il faccendiere Valter Lavitola fece consegnare a Silvio Berlusconi «tre telefoni con utenze straniere», il premier reagì seccato e disse: «Ma guarda un po’, queste cose le fanno i mafiosi». È stato Alfredo Pezzotti, il maggiordomo dello stesso presidente a raccontarlo, confermando però come avesse accettato questo modo di comunicare visto che i due si parlavano proprio su quelle linee. I nuovi atti dell’inchiesta sul presunto ricatto di Lavitola e dei coniugi Gianpaolo e Nicla Tarantini delineano quanto è accaduto nell’ultimo anno mentre erano in corso gli accertamenti della magistratura barese sul giro di prostitute portate a palazzo Grazioli e ad Arcore. Rivelano l’esistenza di comunicazioni «coperte» e di lettere riservate che i Tarantini fecero recapitare a Berlusconi per chiedere soldi. Ma svelano pure i rapporti di rivalità tra i personaggi più vicini al premier, come il suo avvocato e parlamentare del Pdl Niccolò Ghedini e Lavitola con quest’ultimo che arrivò a minacciare di «prenderlo a bastonate». E l’esistenza di alcune lettere riservate.
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