«Bisogna spalmare le tutele su tutti, non promettere il posto fisso che non si può dare. Questo vuol dire fare promesse facili, dare illusioni. Non vogliamo che non esista la possibilità di licenziare, ma che chi è stato licenziato sia aiutato dalle istituzioni e dall’azienda di trovare in tempi ragionevoli una nuova occupazione». Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Elsa Forneno, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli Studi di Torino.
Sulla riforma del lavoro «tergiversare, fermarsi, aspettare, non è una soluzione e il governo ha il dovere di agire per cercare di risolvere i problemi, anche se questo non vuol dire negare al Parlamento la priorità di decidere». E ancora: «Questo non vuol dire che tutto è già stato deciso, il percorso è appena iniziato, ma deve essere rapido perchè tempi lunghi non sono stati dati nè a noi come governo nè al Paese».
Continua così la polemica sul posto fisso. Questa mattina, intervistata da Tgcom24, Anna Maria Cancellieri ha affermato che «noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città, di fianco a mamma e papà».
Il ministro dell’Interno ha poi spiegato che «dobbiamo fare un salto, ma non dobbiamo demonizzare» ed è tornata sulla frase del presidente del Consiglio a proposito della “monotonia” del “posto fisso” dicendo che «Monti ha voluto sdrammatizzare, non è stato fatto per mancanza di rispetto verso nessuno».
E proprio sul “posto fisso”, ha osservato il ministro dell’Interno, «è nata una querelle frutto di una fretta d’interpretazione. Il mondo moderno ha grandi esperienza di mobilità, noi – ha sottolineato – viviamo nella cultura del posto fisso. Il mondo sta cambiando, come avviene nei paesi emergenti».