Usciva con la sedia a rotelle solo durante gli orari di ufficio.
Per l’Inps non poteva camminare e dunque aveva bisogno di aiuto per lavarsi e prepararsi da mangiare ma allo stesso tempo, al mattino e alla sera, tranquillamente portava a spasso il suo cane. Per dieci anni una pensionata di 63 anni originaria di Messina e residente a Forlì ha truffato l’Inps con un comportamento sistematico e preciso. Usciva con la sedia a rotelle solo durante gli orari di ufficio e poi, al mattino e alla sera (quando secondo la sua esperienza da impiegata proprio dell’Inps le faceva credere meno probabili i controlli), non esitava a portare in giro il cane senza l’aiuto di nessuno. È finita dunque con l’accusa di truffa per 60mila euro e una segnalazione alla Corte dei Conti l’inganno della pensionata “falsa invalida”. La donna percepiva da dieci anni circa 500 euro al mese (oltre alla pensione di anzianità) perché nel 2002, riconosciuta “invalida con totale e permanente inabilità lavorativa 100% e con impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore”, era stata mandata in pensione con la concessione dell’indennità di accompagnamento.
La falsa invalida andava dai medici in sedia a rotelle
La 63enne è stata scoperta in seguito alle indagini della Guardia di Finanza che le ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per truffa aggravata ai danni dell’Inps. Negli anni la falsa invalida di Forlì era riuscita a trarre in inganno i medici presentandosi alle visite di controllo sulla sedia a rotelle elettrica: parlava di sintomi dolorosi tali da impedirle anche di alzarsi dal letto da sola. E anche agli uomini della Guardia di Finanza che l’hanno avvicinata mentre era a spasso con il cagnolino la donna ha tentato di spiegare che la sua patologia era un po’ particolare. Ha raccontato, insomma, che la sua malattia le consentiva di camminare soltanto in alcune ore della giornata e in particolare la mattina presto o la sera.