10 Frasi di uso comune da abolire quando parliamo con i più piccoli!
Le parole sono importanti soprattutto con i bambini, che poco interpretano, è importante valutare le parole. La potenza di una parola può essere maggiore delle intenzioni, ferisce più la penna che la spada, per passare dal cinema alla letteratura. Anche la scienza conferma queste convinzioni. Un esperimento scientifico ha valutato l’impatto verbale sulle piante: una pianta veniva sgridata costantemente, mentre un’altra elogiata e lusingata.
Ebbene, la pianta ripetutamente rimproverata non solo ha avuto un arresto di crescita, ma si sono rilevate addirittura cambiamenti nel suo DNA. Immaginate l’impatto sui nostri figli. I bambini, i cui idoli e punti di riferimento sono i genitori, danno un’interpretazione alle loro parole di totale aderenza al significato letterale di esse, ecco perché ci sono frasi che non andrebbero mai loro dette. Queste sono alcune, prima di usarle, tentate di contare fino a 3!
1. Sbrigati. “Sbrigati” o “Forza” è la parola d’ordine del genitore, fateci caso, soprattutto la mattina, quando si accompagnano i figli a scuola: non ce n’è uno o una che non lo dica al proprio figlio, che annaspa dietro all’adulto, tentando di tenere il passo.
E più diciamo loro di sbrigarsi, più si sentono inadeguati e colpevoli della loro lentezza. Quasi un peso per i genitori. Viceversa, possono attuare situazioni opposte e rallentare di proposito. Nella realtà i bambini non hanno lo stesso senso del tempo degli adulti: il ritardo, la puntualità, è un concetto non ancora loro, sta invece ai genitori adeguarsi ai loro tempi, e cercare di calibrare le scadenze seguendo i ritmi dei più piccoli. E se allora bisogna dire “Sbrigati” in continuazione, vale la pena prepararsi con 10 minuti d’anticipo, per evitare l’ansia in tutta la famiglia. 2. Lo faccio io, tu non sai farlo Con una frase del genere generiamo nel bambino la perdita di iniziativa. Si sentiranno incapaci e goffi, e non avranno più fiducia nelle loro azioni e nel futuro. Proprio per evitare di innescare meccanismi del genere, lasciate che i bambini facciano, anche se non faranno come voi, purchè si invogli la loro iniziativa e la loro autostima. 3. Come sei lento (o disordinato, noioso…) Le frasi possono essere molteplici, a seconda dell’aggettivo che segue, ma il significato sarà sempre lo stesso: “se mamma (o papà) dice che sono così allora lo sono davvero”. Questo è il pensiero che si concentrerà nella mente del bambino, e sarà maggiore tanto quante più volte ascolterà queste parole. Mutate piuttosto queste frasi leggermente, e vedrete che il significato cambierà totalmente: “Cerca di essere più ordinato” ha un altro impatto. 4. Smettila subito. Se un adulto ricevesse un imperativo simile sicuramente si sentirebbe offeso, o risponderebbe per le rime. Con un rimprovero del genere i bambini si sentono privati dei loro diritti, impotenti, la reazione, a seconda delle età potrebbe portare a una protesta, fino ad una chiusura, nel caso di un adolescente. 5. Devi capire che… Questa frase preclude ad un lungo e noioso discorso! Una frase del genere potrebbe scoraggiare i bambini che sono all’ascolto, dando loro quasi una giustificazione a non prestare attenzione a ciò che si dirà nell’immediato. Oltretutto quando un bambino è arrabbiato o deluso la spiegazione serve a poco, un insegnamento può non essere recepito. 6. Fai quello che vuoi basta che smetti di piangere (o di lamentarti) Se un genitore ha detto no ad un capriccio del figlio, dire una frase del genere, magari proprio da parte dell’altro, può dare al bambino la sensazione che con il pianto e l’isterismo può ottenere ciò che vuole. Evitate allora di cedere alle loro lamentele, il no deve essere no, semmai cercate di mediare prima del divieto, invece di dare poi la sensazione che quella parola non venga rispettata. 7. Non si comporta così un bambino (o una bambina) Se un genitore vede il proprio figlio comportarsi in modo secondo lui non appropriato, in nessun caso deve dare una risposta simile. Generare certi stereotipi nei bambini potrebbe scatenare complessi o fissazioni contrarie, sempre e comunque negative. Alcune convinzioni poi, come giocare con le bambole per i maschietti, o fare lavori femminili, sono anche datate e anacronistiche, piuttosto aiutate i vostri figli a trovare le loro inclinazioni. 8. Ti faccio pentire se lo fai un’altra volta. Mai utilizzare le minacce con i bambini. Soprattutto è importante che i bambini sappiano subito cosa aspettarsi se non obbediscono o fanno qualcosa che non va, “la prossima volta” potrebbe non essere incisivo 9. Non ti offendere per una sciocchezza. Inutile dire che quello che per un genitore è una stupidaggine, per un bambino è una cosa di fondamentale importanza. Se un figlio viene dal genitore in lacrime perché si è rotto il braccio ad un robot non ditegli “Non piangere per stupidaggini simili”, quel robot era un personaggio fondamentale del suo microcosmo. Se vi dimostrate sprezzanti farete loro perdere la fiducia che ripongono in voi, perché non sarete in grado di ascoltarli e consolarli. Cercate invece di mostrarvi partecipi per la loro pena e consolatelo con frasi significative. 10. Non ho i soldi per comprare questo Se un bambino riceve una spiegazione simile a una sua richiesta penserà automaticamente che quando avremo i soldi potremo comprare qualsiasi cosa. Molto meglio allora dare una spiegazione razionale e più reale al diniego della richiesta: se si tratta di cibo si può dire che ci sono cose che fanno male, se il bimbo chiede un gioco si può giustificare la risposta negativa spiegando che uno simile ce l’ha già a casa. Anche se un bambino non riuscirà realmente a capire il motivo, è bene cominciarlo ad abituare che non è possibile comperare tutto quello che si desidera.