Se qualcuno ancora non aveva ben chiaro il significato delle parolette magiche “distruzione creativa”, ebbene l’ultima iniziativa di Confcommercio ne offre la perfetta applicazione pratica. La definizione, invece, l’aveva esplicitata Mario Draghi nel suo discorso di insediamento, affermando: “Sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”.
Il Messaggero quindi ci racconta come sta procedendo questo progetto di “accompagnamento alla porta” delle attività imprenditoriali di cui ci si deve sbarazzare. Il 33% dei negozi e locali di Roma presumibilmente chiuderanno a febbraio, a causa “del virus” o “della pandemia”, e ai gestori viene generosamente offerta una consulenza psicologica per “reinventarsi”.
Qualcuno poi dovrà spiegare come si “reinventa” una parrucchiera 50enne, o un gestore di ristoranti che fa quel lavoro da 30 anni. Vogliono mandarli a fare i social media manager, o i fattorini di Glovo per godersi la gig economy a 1 euro a consegna? La scusa della pandemia, poi, è davvero pietosa: le aziende sono state fatte chiudere deliberatamente, con restrizioni scritte ad hoc e una durata delle stesse molto superiore a quella di Paesi esteri. Sarà che gli imprenditori italiani sono duri a morire, perché nel carattere nazionale dominano l’arte di arrangiarsi e la capacità di tirare avanti a dispetto di ogni avversità.
Ma alla fine, la distruzione è arrivata. Ora non vi resta che essere creativi reinventandosi un nuovo ed entusiasmante percorso professionale, c’è qui lo psicologo a condurvi per mano. Non sarete mica dei pigracci svogliati, o peggio ancora attaccati a obsoleti metodi di sopravvivenza quali il vostro lavoro di sempre? Lo psicologo vi “accompagnerà nel cambiamento” come suggerito da Draghi, poi naturalmente starà a voi coprire i debiti precedenti ed investire il vostro denaro nella nuova attività più al passo con i tempi.
Naturalmente è la solita presa per i fondelli: quello che ci si aspetta è che tutte queste migliaia di lavoratori scompaiano nel nulla e non rechino più disturbo. Qualcuno di loro, con posti e business appetibili, sarà sostituito da qualche multinazionale (o da attività mafiose), ma i più svaniranno lasciando solo strade deserte.
DEBORA BILLI