Avviliti e devastati, i ristoratori costituiscono la categoria forse più massacrata dall’emergenza Covid. Passano i governi e per loro non cambia nulla, anzi le cose peggiorano. Ora sono a un punto di non ritorno:
“Saremo tutti insieme per manifestare contro le chiusure e contro il ministro Roberto Speranza che, di fatto, ha portato a fine vita il tessuto produttivo del nostro Paese, costituito dalle piccole imprese”, ha infatti annunciato Paolo Bianchini, presidente di “Mio Italia”, Movimento imprese ospitalità. Che aggiunge: “Martedì 6 aprile, a Roma, in piazza di Spagna, Mio italia, Movimento io apro, la Rete delle partite Iva, Apit Italia e Pin faranno scenderanno in piazza, con l’obiettivo di coinvolgere anche gli imprenditori indecisi. Poi, il giorno successivo, mercoledì 7 aprile, qualunque siano le decisioni del governo centrale, ristoranti, bar, pub e pizzerie apriranno le porte dei loro locali. Lo ribadiamo tutti insieme: è una questione di sopravvivenza”.
Zona rossa o meno, questo è il loro intento. “Apriremo”. «Da un anno i piccoli imprenditori dell’ospitalità a tavola sono costretti a chiudere-aprire-chiudere, in contrasto con le evidenze scientifiche. Senza prospettive, programmazione, piani di rilancio, indennizzi ragionevoli, interventi sui costi fissi. Nulla. Non sono più padroni del presente e del futuro e di quello delle loro famiglie. Con l’ultimo decreto Sostegno è stata prevista una elemosina, fra l’altro in arrivo dopo il 10 aprile», ha aggiunto Bianchini.
“Abbiamo perso già tutto”
«Nel frattempo, prosegue lo stillicidio di fallimenti e continuano ad arrivare gli sfratti esecutivi e le convocazioni in tribunale. Il Paese, come conseguenza delle decisioni scellerate della politica, sta perdendo, una dopo l’altra, aziende importanti che complessivamente creavano il 30 per cento del Pil. Non solo. Lo Stato assiste inerme e irresponsabilmente al collasso dei prodotti Made in Italy e del settore della distribuzione, esposto finanziariamente con gli istituti bancari proprio a causa dei blocchi al comparto Horeca e dei conseguenti crediti deteriorati», ha spiegato Paolo Bianchini.null
La constatazione desolante: «Nessuno di noi ha più nulla da perdere. Di fronte al funerale certo di bar, ristoranti, pizzerie, pub, il direttivo di Mio Italia si è riunito per deliberare l’unica opzione possibile, una scelta obbligata: andare contro le norme e aprire, seguendo tutte le misure anti-covid, ma aprire. A pranzo e a cena. Sempre», ha concluso Paolo Bianchini.