330, sono stati i giorni di chiusura forzata di tutta la filiera del gioco su territorio. Un settore che ha risentito fortemente delle restrizioni legate alla pandemia di Covid-19. Un po’ di speranza, a cavallo tra le varie ondate, solo nell’estate del 2020. Poi il buio, le saracinesche abbassate e le perdite ingenti sul fatturato.
Pertanto, come sottolineato dagli esperti di Giochi di Slots, “le strategie degli operatori si sono improntate quasi del tutto sul ramo online, autore di una crescita senza precedenti. Eppure il recupero del gioco su territorio resta una priorità che un’Italia tutta in zona bianca, come se fosse un remake dell’estate 2020, può portare avanti. C’è da salvare un segmento ma anche i suoi clienti e i suoi lavoratori”.
Tra maggio e giugno tutte le regioni italiane sono finite in zona bianca: dalla fine del mese di maggio la lista è stata aperta da Sardegna, Molise, Friuli Venezia-Giulia. Dagli inizi di giugno si sono aggiunte Liguria, Umbria, Veneto e Abruzzo. A cui hanno poi fatto seguito Trento, Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna.
La Regione Lazio, come avvenuto lo scorso anno, è stata l’ultima a riaprire i locali da gioco, di nuovo operativi dallo scorso 1 luglio. Sale da gioco e scommesse si sono dovute adeguare a protocolli ancor più rigidi dello scorso anno, dalla sanificazione dei dispositivi all’accesso contingentato. Ad oggi ultimo baluardo con sale da gioco chiuse resta la Provincia di Bolzano, dove la riapertura è prevista per il 15.
Intanto le brutte notizie non mancano mai. Stando alle ultime statistiche sulle prime zone bianche è emerso un quadro raccapricciante: il 10% delle sale da gioco e scommesse non ha riaperto. Troppo forte l’urto, soprattutto economico, di una pandemia che non ha risparmiato niente.
Tra Sardegna, Molise e Friuli, le prime tre regioni “bianche”, si sono registrate le prime, più importanti chiusure. Un dato che preoccupa e non poco, perché col passare delle settimane potrebbe improvvisamente alzarsi. Segno che riaprire non significa tornare immediatamente a guadagnare. Questo perché molte realtà si portano dietro situazioni già precarie dal pre-pandemia, che potrebbero essere dunque peggiorate.
Troppe le spese, troppi i protocolli, entrate non più all’altezza di una situazione di emergenza davvero straordinaria. Le previsioni, fornite dagli analisti di Giochi di Slots, segnalano un rischio che, se non si interviene, rischia di generare un’autentica catastrofe per tutti: operatori, giocatori e soprattutto Erario, già in perdita.
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