Fortuna: è un termine particolare che oggi indica la sorte propizia, a differenza di quando – nella sua accezione latina – indicava una sorte più generica. Della fortuna sappiamo solo che è incalcolabile e per quanto la scienza provi a catalogarla, classificarla, analizzarla, sfugge ad ogni regola del raziocinio. È bendata perché non vede, non pensa, non calcola. Colpisce e basta, senza pregiudizi. Proprio la sua casualità è spesso decisiva negli eventi: il caso è il più grande spostatore di equilibrio della storia.
Nei casinò online non c’è nessuna eccezione a questa regola. Il calcolo della probabilità è ormai disciplina scientifica, ma è ancora sfuggente e insidiosa. Il gioco d’azzardo non fa eccezione: ricompensa e punisce, senza pensare. Un elemento che va però a braccetto con la fortuna e che è vecchia come il mondo è la scaramanzia. La superstizione. L’uomo ha da sempre avuto il bisogno di una guida, una certezza, un appiglio per incanalare la sorte e trasformarla in fortuna. Non solo in Italia: in tutto il mondo c’è la convinzione che segni, usi, costumi, gesti possano propiziare la buona sorte. Questi segni sono caratterizzati da una forte identità territoriale.
Affondano infatti radici antichissime come querce nella tradizione dei popoli e cambiano nel corso dei secoli a braccetto con mutamenti geopolitici e contaminazioni culturali. Cambiano di nazione in nazione, di cultura in cultura. Sono indumenti, sono gesti, oggetti che possono essere considerati annunciatori di fortuna. Indossare un certo vestiario, considerato “benedetto”, strofinare oggetti come quadrifogli, metalli o piccoli corni: tutti segni e gesti che possono incanalare la sorte su una via propizia. Ed esorcizzare, al contempo, la sorte avversa. Di interesse storico anche i segni dati dai numeri. In Italia, ad esempio, il 3 e il 7 vengono associati alla perfezione, come retaggio storico ma soprattutto religioso. Il 13 e il 17, invece, sono associati alla cattiva sorte. In Cina il 4 ha la stessa pronuncia della parola morte, quindi rappresenta la sfortuna. In Germania, invece, il 4 stesso è simbolo di fortuna. In Giappone il 3 è cattiva sorte: il numero fortunato è invece il 9. Quest’ultimo viene associato alla sfortuna invece in Norvegia e negli altri Paesi scandinavi.