Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato, nella notte, un decreto che impone da subito e fino al 3 aprile nuove restrizioni, dopo la crescita dei contagi nella giornata di ieri, per l’intera Lombardia e in alcune province (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola) l’ingresso e l’uscita da questi territori sono consentiti solo per motivi gravi e «comprovati», di lavoro o di famiglia (ed è garantita la possibilità di rientro al proprio domicilio).
Nel provvedimento limitazioni strettissime. In particolare, riporta il Corriere della Sera: chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, sospensione delle attività sciistiche e di eventi pubblici. Chiusi anche musei, palestre, piscine, teatri, centri sociali e culturali. Previsto uno stop ai concorsi pubblici ad esclusione di quelli per il personale sanitario (e di quelli telematici). Bar e ristoranti saranno aperti solo dalle 6 alle 18, e dovranno mantenere l’obbligo di distanza di un metro altrimenti l’attività sarà sospesa. Se non riescono per motivi strutturali dovranno chiudere. Nei giorni festivi e prefestivi saranno chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati.
Sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, ‘in luoghi pubblici o privati’. Nel decreto si legge anche, però, che “resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse”.
MISURE VALIDE NEL RESTO D’ITALIA (Articoli 2 e 3 del dpcm 8 marzo 2020)
Scuole chiuse fino al 15 marzo
L’attività didattica per le scuole di ogni ordine e grado e le università rimane sospesa fino al 15 marzo. Sospesi fino al 3 aprile i viaggi di istruzione e le gite scolastiche.
Chiusi cinema, teatri e musei
Per tutto il territorio nazionale, è disposta la sospensione di eventi cinematografici, teatrali, eventi e spettacoli di qualsiasi natura “svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato”. Sospesa l’apertura dei musei.
Chiusi pub, discoteche e bingo
Sono sospese le attività di pub, scuole da ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati.
Bar e ristoranti, palestre e piscine aperti ma con obbligo di distanziare i clienti
I gestori di attività di ristorazione possono continuare a tenere i locali aperti, a condizione che garantiscano la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, pena sanzione in caso di violazione. Stesso discorso per palestre e piscine, che possono continuare a stare aperte a patto che i frequentatori siano distanziati gli uni dagli altri.
Limitare gli spostamenti
Fra le misure di prevenzione, all’art. 3 il punto C recita: “Si raccomanda di limitare, ove possibile, gli spostamenti delle persone fisiche ai casi strettamente necessari”.
Divieto di permanenza in sale di attesa pronto soccorso
Gli accompagnatori dei pazienti non possono permanere nelle sale di attesa dei pronto soccorsi. Anche l’accesso di parenti e visitatori nelle strutture ospedaliere è limitato.
Divieto di mobilità per soggetti in quarantena
Anche nel resto d’Italia chi è in quarantena preventiva o sia risultato positivo al virus non può muoversi da casa.
Niente cerimonie civili e religiose, compresi i funerali
Anche su tutto il territorio nazionale sono sospesi matrimoni e funerali.
Sospesi congressi medici
Sono sospesi congressi, meeting ed eventi in cui è coinvolto il personale sanitario.
Colloqui telefonici o video nelle carceri
Il decreto prevede l’isolamento nelle carceri per detenuti sintomatici e dispone di svolgere i colloqui in modalità telefonica o video. Limitati i permessi e la libertà vigilata.
Anticipare le ferie
Come nella zona rossa anche nel resto d’Italia, qualora sia possibile, si raccomanda ai datori di lavoro di favorire la fruizione di periodo di congedo ordinario o di ferie.
Trasporto pubblico e sanificazione dei mezzi
Le aziende di trasporto pubblico dovranno adottare interventi straordinari di disinfezione dei mezzi.
Comunicazione all’Asl se si proviene da Paesi a rischio
Chiunque rientri in Italia provenendo da Paesi a rischio epidemiologico deve comunicarlo all’Asl di competenza. Il decreto nella sua versione definitiva non prevede che chi provenga dalle nuove zone rosse debba dichiararlo all’Asl. Tuttavia i governatori di Toscana e molte regioni del Sud stanno disponendo ordinanze che impongono a tutte le persone che arrivano da queste zone di dichiarare la propria provenienza alla Azienda sanitaria locale e a mettersi in quarantena per 14 giorni.
LE SANZIONI
Il mancato rispetto delle disposizioni del decreto è punito ai sensi dell’articolo.650 del Codice penale, come previsto dal decreto legge del 23 febbraio scorso, ossia con l’arresto fino a 3 mesi e fino 206 euro di ammenda.