Scuole chiuse ancora oltre il 3 aprile. Slitta la riapertura degli istituti scolastici prevista per il 3 aprile. Le misure restrittive necessarie per contenere i contagi di coronavirus non potranno, infatti, che essere prorogati.
Ad anticiparlo è il premier Giuseppe Conte facendo il punto dell’emergenza in un colloquio con il Corriere della Sera.
Gli istituti scolastici sono chiusi in tutto il Paese dallo scorso 9 marzo: studenti e insegnanti avrebbero dovuto ritornare in classe il 3 aprile. Il ritorno a scuola, tuttavia, è stato rimandato e la nuova data probabilmente verrà resa nota nelle prossime ore dal governo.
“Abbiamo evitato il collasso del sistema, le misure restrittive stanno funzionando”, sottolinea il premier. Conte invita tutti al buon senso e fa sapere che si lavora ad un decreto per lo sblocco di investimenti pubblici per decine di miliardi e a un intervento a tutela delle aziende strategiche italiane.
Il buonsenso dei cittadini è ancora fondamentale in questa fase spiega Conte che chiede di continuare a rispettare le disposizioni delle autorità. E avverte che, seppur al momento non siano in piano nuove restrizioni, il governo è pronto ad approvarle nel caso questo si rivelasse necessario: “Bisogna usare il buonsenso e agire tutti con la massima consapevolezza, le sanzioni penali per chi trasgredisce ci sono e verranno applicate in modo severo e sono d’accordo con quei sindaci che hanno chiuso anche le ville e i parchi, una cosa è fare attività sportiva un’altra è trasformare i luoghi pubblici in punti di assembramento, cosa inammissibile. Al momento non sono previste altre misure restrittive di largo respiro, ma se non saranno rispettati i divieti dovremo agire”.
Le possibili date di rientro a scuola
C’è chi ipotizza una riapertura delle scuole lunedì 4 maggio, chi, più drasticamente, non vede la luce fino a settembre e chi – soprattutto tra coloro che compongono il comitato tecnico-scientifico che affianca il Governo – spiega che servono almeno 60 giorni. Il comitato avrebbe spiegato al presidente del Consiglio che parlare di un unico picco potrebbe rivelarsi un errore, dal momento che si teme un’ondata ritardata di contagi al Sud.
Se per gli scienziati è possibile immaginare un calo sensibile dell’epidemia a partire dalla seconda settimana di aprile, una riapertura delle scuole a partire dalla seconda settimana di maggio, attorno al 9-10 maggio, potrebbe essere un’opzione.
Intanto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, intervistata da Giovanni Floris a “Di Martedì” ha chiarito che le scuole riapriranno “quando avremo certezza che il quadro epidemiologico dell’Italia ci permetta di mandare i nostri studenti a scuola nella massima sicurezza. Ce lo diranno le autorità sanitarie”.
Azzolina ha anche spiegato che il Miur non contempla la possibilità che tutti gli studenti vengano promossi in blocco, il tanto citato “6 politico”. Così come, conferma Azzolina, la didattica a distanza è lo strumento per evitare che le scuole rimangano aperte fino a luglio. “Ci sono studenti e docenti che stanno facendo più di quello che facevano in classe, quindi io non direi, al momento, che l’anno si allungherà né altro”. Rimangono invece aperti tantissimi interrogativi: ad esempio, cosa succederà a chi dovrebbe sostenere gli esami.