L’Unione Nazionale Consumatori ha deciso di presentare un esposto all’Antitrust contro i rincari di benzina e gasolio, chiedendo che la Guardia di Finanza accerti le speculazioni lungo la filiera.
«E’ evidente che ci sono speculazioni vergognose in corso sui prezzi dei carburanti. I rialzi, infatti, non sono certo giustificati dalla guerra in Ucraina, non tanto e non solo perché al momento non c’è un blocco dell’import dalla Russia di gas e petrolio, ma soprattutto perché l’impennata delle quotazioni sui mercati internazionali non possono già essere arrivata alla pompa, visto che il petrolio greggio prima di diventare benzina va distillato e raffinato» afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
«Chiediamo, quindi, che l’Antitrust accerti, tramite la Guardia di Finanza, quando e con che tempistica sono iniziati gli aumenti e se qualcuno si è approfittato di questa emergenza e dei timori per gli effetti della guerra per condizionare indebitamente il comportamento economico dei consumatori, attuando così una pratica commerciale scorretta, e, nel caso siano accertati reati, quali il rialzo fraudolento di prezzi sul pubblico mercato, di segnalare alla Procure territorialmente competenti gli eventuali profili penalmente rilevanti» conclude Dona.
In una sola settimana, dal 28 febbraio al 7 marzo, secondo i dati ufficiali del Mite elaborati dall’Unc, la benzina è rincarata del 4,5%, 8,43 cent al litro, pari a 4,21 euro per un pieno di 50 litri, equivalenti a 101 euro su base annua, mentre il gasolio ha fatto un balzo ancora maggiore, +5,1%, 8,89 cent al litro, che corrispondono a 4 euro e 44 cent a rifornimento, 107 euro annui.