Bambini tra i 4 e i 6 anni con un braccialetto hi-tech ai polsi per tornare in sicurezza all’asilo rispettando le giuste distanze. E’ il futuro che si annuncia in una scuola dell’infanzia paritaria nel Varesotto, a Castellanza, dove direttore e docenti si dicono “pronti a ripartire con tutte le cautele”. E in attesa della riapertura sono stati acquistati, da una ditta italiana, duecento braccialetti smart per alunni e personale della scuola.
I cerchietti vengono infilati al polso dei piccoli all’interno dell’istituto come se fossero degli orologi: una volta impostata la misura di un metro minimo di distanza tra loro, gli aggeggi vibrano e si illuminano se si supera il limite consentito di vicinanza fisica.
La stessa iniziativa potrebbe essere replicata in altri istituti scolastici italiani e in Francia l’asilo nido aziendale di un grosso marchio automobilistico ne ha già ordinati altre centinaia, fanno sapere dalla società barese che ha ideato e distribuisce i braccialetti, chiamati ‘Labbi Light’.
La domanda che però nessuno sembra essersi posto riguarda l’influenza che questo dispositivo potrà avere sui bambini.
Nonostante la presentazione dell’iniziativa del braccialetto che vibra e s’illumina come un gioco, l’anno scolastico è lungo e sarà sempre più complicato far accettare ai piccoli questo grande cambiamento.
Cosa succederebbe se, dopo un inizio propizio, i bambini si stancassero del gioco della distanza? In un’età così delicata creare rapporti con altri individui senza contatto, controllando il gioco, annientando la fantasia, guidati da oggetti vibranti, non è sicuramente la soluzione migliore.
Il rischio è che i bambini possano sviluppare, a livello inconscio, uno stress e delle fobie ogni volta che un individuo cercherà di avvicinarsi a loro. Forse prima di prendere decisioni avventate sarebbe meglio riflettere bene su queste “idee” mostruose.